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Benevento, il programma di mandato: non passa lo ‘straniero’

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La presenza di una cittadella contigua alla città – la baraccopoli lungo il fiume Calore, qui a Benevento, oggetto dei controlli di Carabinieri di cui si parla in altra parte del sito – è una sconfitta, ovviamente, del vivere civile.
L’aspetto della legalità, in queste righe, non entra in discussione, quello dell’inclusione sociale sì. Per dire davvero poche cose.
Nel Programma di Mandato del governo cittadino 2011/2016 non appare, a memoria, mai la parola: “straniero” o “extracomunitario”. Eppure il capitolo dedicato alla ‘Benevento città solidale’ è ben articolato, con proposte e progetti che – se realizzati – consentirebbero davvero di parlare con cognizione di causa di solidarietà. Anziani, disabili, bambini, famiglia, recupero sociale dei detenuti… ma non passa lo straniero.
Idem con patate in un altro strombazzato, anche troppo, aspetto, la ‘Benevento tra alleanze e solidarietà’, dove trova albergo il paragrafo dedicato a ‘Benevento e la sua Chiesa’, l’elemento di ‘pregio per la capacità di coesione che ne discende sul sistema sociale locale’. E’ probabile, anzi è certo, che la capillare struttura ecclesiastica sia presente con concretezza sul tema dello ‘straniero’, ma questa ‘inclusione’ nella visione politica dell’attuale governo della città impone ben altri obblighi, ai due enti, che non una stretta di mano dinanzi ai fotografi. E cioè quello di essere parte di una sinergia (Comune-Chiesa) che passi dall’assistenzialismo alla proposta.