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CRONACA

Benevento (AV)? No grazie. I gruppi facebook contro l’abolizione della provincia

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Benevento provincia di Avellino? No, grazie. Sembra essere questa la risposta dei sanniti, che, a dispetto di quanto previsto nella manovra straordinaria del Governo, che ricordiamo richiede la testa anche della Provincia sannita, sembrano aver ritrovano la fierezza degli antichi gladiatori. Almeno su Facebook, il social network che di questi tempi sembra dettare le linee guida delle mobilitazioni e delle proteste.

All’indomani della comunicazione dell’infausto destino per Benevento, un fiorire di pagine e gruppi.
Come “Benevento non diventerà mai provincia di Avellino”, gruppo che conta oltre 3.300 iscritti e da poco confluito, anche se tra qualche critica degli iscritti, nel gruppo aperto "No abolizione provincia di Benevento", che dal nome spiega come il nemico non sia Avellino, ma il decreto che vuole cancellare Benevento e la sua storia. O la pagina “No a Benvento provincia di Avellino”, che supera le mille adesioni. Tutti compatti per scongiurare il pericolo che una provincia gloriosa e ricca di storia possa essere fagocitata da quella di Avellino o da qualunque altra provincia. Non si risparmiano battutine e sfottò ai cugini irpini. Qualcuno si appella alla millenaria storia dei sanniti o a Garibaldi, che volle, 150 anni fa, l’istituzione della provincia di Benevento. Altri rispolverano vecchi luoghi comuni, che farebbero degli irpini un popolo a vocazione più agricola rispetto alla papalina Benevento.

Non mancano gruppi che guardano al futuro e a possibili novità. Alcuni si ispirano ai dibattiti sulla regione Molisannio o a quella dei Due Principati, che guarda ad Avellino e Salerno, proposte che, nate nell’elite intellettuale, si stanno diffondendo tra la massa, dapprima sull’onda dell’emergenza rifiuti napoletana, ora dell’abolizione della Provincia di Benevento. Ultimo nato su Facebook, il gruppo “Ora regione Sannio!”, promosso dal sito Sanniopress di Billy Nuzzolillo, che guarderebbe alla creazione di una nuova regione, comprendente le province di Avellino, Benevento, Cambobasso e Isernia. Del resto anche le due attuali province molisane sono destinate a scomparire dalla cartina politica.
 

Infine, la decisione di Tremonti ha innescato un’atavica rivalità calcistica. Dove insulti a gogò imbrattano una bacheca, che sebbene inneggi a Benevento come città di cultura e storia, di intelligente ha ben poco. Un tripudio di coretti da stadio e canzoncine triviali. Anche se strappa un sorriso la definizione, presente in numerosi commenti, di “cafoni o contadini” rivolta agli avellinesi. Benevento non è proprio una metropoli industrializzata.
Anzi. Ora ci si indigna per la volontà di abolire province al di sotto dei 300mila abitanti, ma cosa è stato fatto in tanti anni a Benevento per evitare l’emorragia, soprattutto di giovani, che, affamati di lavoro, sono partiti in cerca maggior fortuna? E di ritornare non se ne è mai parlato. Poche le opportunità. La Benevento degli uffici pubblici non è mai stata un polo di attrazione occupazionale o imprenditoriale. Chiusa e ripiegata su sé stessa, ora teme per la sua caduta. Si è asistito ad un’emoragia, lenta, che ha fiaccato una provincia. Il modo con cui il Governo vorrebbe staccare la spina però sa troppo di roulette russa: 300mila o sei dentro o sei fuori. Per poco meno di 15.000 abitanti Benevento è fuori.

Ed ecco, che sempre su Facebook, fioriscono le proposte per salvare la Rocca dei Rettori, come quella che incita le donne sannite a procreare. Ma non ci sarebbe tempo. Il censimento che partirà ad ottobre decreterà il numero esatto di abitanti della provincia. Trasformando così lo strumento di conteggio della popolazione in una sorta di spoglio di schede elettorali. Non sono mancate idee anche dal mondo della politica: esortare i sanniti all’estero a chiedere la residenza a Benevento o pensare di inglobare qualche comune, si preferiscono quelli della valle caudina, alla provincia sannita.
 

Le proteste per il momento sono ferme nel mondo virtuale. Bisognerà vedere quali saranno i riscontri nella nella vita reale, quando arriva il momento di alzarsi, lasciare la comoda poltrona e uscire di casa. A questo punto a scendere in piazza, di solito, sono davvero pochi. Luminosa e Sant’Arcangelo insegnano. Si aspetta intanto il Consiglio provinciale aperto, fissato per venerdì, sulla manovra di Tremonti: si cercano soluzioni per salvare Benevento.

Erika Farese

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