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POLITICA

Dsm Benevento, ‘gli sprechi della sanità: l’iPad più utile delle medicine’

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“E’ stato il sito “Campania su web” ad interessarsi di Benevento con la pubblicazione di un interessante articolo dal titolo “Gli sprechi della sanità: l’iPad più utile delle medicine”. Nel pezzo, segnatamente in questi giorni in cui la situazione sanitaria per l’ultima finanziaria è nell’occhio del ciclone, vengono fornite informazioni che, se rispondenti al vero, fanno rabbrividire.

L’estensore della nota, il giornalista Domenico Spena, – è quanto scrive in una nota diffusa agli organi di informazione Giuseppe De Lorenzo, appunto operatore della sanità beneventana – sostiene che sia stato un dipendente del Dipartimento di Salute Mentale, da lui definito “gancio”, che preferisce l’anonimato, a fornire le notizie riportate. Non v’è alcun dubbio che l’articolista abbia appurato la veridicità dell’asserito, ma si ritiene doveroso precisare che, ripetendo un copione stantio, è una sparuta minoranza ad avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Ma tant’é!

Bene. Nel novero dei quotidiani sprechi, si legge che. “…una notizia freschissima arriva dal Dipartimento di Salute Mentale di Benevento ove, a fronte di una difficile situazione economica, aggravata anche dalle condizioni ambientali….sia stato autorizzato l’acquisto di un iPad con videocamera ed altri accessori, per una spesa di poco inferiore ai 1.000 euro da destinare alla Direzione Dipartimentale per lo svolgimento delle attività istituzionali da svolgere prevalentemente fuori dai luoghi di lavoro, come si legge nella determinazione dirigenziale n.74 del 15.07.2011, che è pubblica e liberamente consultabile sul web, ed in cui si afferma come “accertata” la necessità dell’acquisto…”.

Guarda caso, il soverchio acquisto è avvenuto lo stesso giorno, il 15 luglio per la precisione, in cui il Governo varava le ben note restizioni sanitarie. Ma, sempre secondo Spena, “…mentre il Dipartimento compra un giocattolo tecnologico, pare che non ci siano i soldi per comprare i farmaci e, soprattutto, le fiale depot, non ci sono risorse sufficienti per la riabilitazione, molti reparti sono senza condizionatori e i pazienti crepano di caldo, ed ancora, delle due macchine assegnate al servizio sul territorio la prima è riservata ad uso esclusivo..omissis.., l’altra invece è spesso ferma perchè si fa fatica a comprare la benzina per uscire…!”.

Ed ancora, “….il servizio territoriale di supporto ai pazienti è praticamente fermo, e cosa ancor più grave, sono difficili da rinnovare le riserve dei farmaci, in particolare quelli depot, che hanno una utilità sociale molto accentuata, dato che mantengono la loro efficacia anche per 20-30 giorni e possono sostituire del tutto l’assunzione giornaliera……una forte disorganizzazione, mantenuta per ragioni politico-clientelari”.

In defintiva, accuse molto gravi che vanno verificate senza indugio alcuno. Su di un punto della nota, essendo interessato in prima persona, è l’occasione per intervenire. Quando Spena parla di “molti reparti senza condizionatori”, in verità, sbaglia perchè si tratta di uno solo, l’SPDC da me retto. Nello specifico, senza tema di smentite, si è raggiunto l’inverosimile e lo sperpero del pubblico danaro è palese. L’impianto di climatizzazione è stato posizionato tre anni or sono. La ditta vincitrice dell’appalto, sarebbe giusto conoscerne il nome, ha fornito un impianto con il motore non funzionante dall’inizio. Con uno scambio continuo di responsabilità tra l’A.O.”Rummo” e l’ASL Bn 1, in questi anni, vi è stato un ripetersi di ditte che avrebbero, mai come nello specifico il condizionale è d’obbligo, dovuto provvedere al ripristino. Vero è che, ad oggi, l’impianto non funziona ed i pazienti costretti al ricovero si trovano in una struttura infernale considerando, tra l’altro, l’impossibilità, per ragioni di sicurezza, di poter aprire le finestre a sufficienza. Gli ultimi operai, senza giungere ad alcun risultato, sono stati al lavoro per tutta la scorsa settimana. Nulla di concreto. O meglio, un atto concreto è stato realizzato. Sabato mi è stata recapitata per conoscenza una fattura per i lavori eseguiti, si fa per dire, intestata all’Asl. L’unico dato che è rimbalzato, da subito, ai miei occhi è stato quello che, nello specifico, si trattava di una fattura senza l’indicazione di un importo. E’ opportuno fermarsi qui con la speranza che una inchiesta venga avviata. Non altro se non per chi ancora crede nel rispetto della sofferenza umana per il quale non è necessario l’iPad”.

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