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CULTURA

‘Donne e dee nella danza cortese del Quattrocento’

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Con un ideale passaggio di testimone, dal Museo del Sannio al Museo Campano, ecco il secondo appuntamento del festival “Il Trionfo del Tempo e del Disinganno”, XVIII edizione. Infatti, dopo il concerto nel suggestivo chiostro di Santa Sofia in Benevento (interamente dedicato ad illustrare il percorso della musica liturgica medievale nel Meridione dall’età longobarda a quella normanna, anche grazie alle pergamene musicali ritrovate nell’Archivio di Stato di Benevento) con un salto nel tempo, gli spettatori saranno trasportati in una corte rinascimentale del Quattrocento. Simile a quella che Alfonso d’Aragona, re di Napoli, tenne nel 1457 nel palazzo Antignano in Capua (proprio in quegli anni ristrutturato ed oggi sede del Museo Campano) quando accolse la sua giovane amante, Lucrezia d’Alagno, imparentata con gli Antignano. Lucrezia era di ritorno da Roma, dove invano aveva chiesto al papa Callisto III, suo lontano parente, lo scioglimento del matrimonio del re con la regina Maria di Castiglia, sterile.

Il concerto / spettacolo “Donne e dee nella danza cortese del Quattrocento” di martedì 21 giugno, ore 20.30, Capua, Museo Campano (ingresso libero), evoca gli ambienti raffinati e colti di quegli anni di metà Quattrocento quando l’autunno del Medioevo (perfettamente fotografato dal celebre libro di Huizinga) lasciava il passo al nascente Rinascimento. Ad eseguire in costume e con strumenti antichi saranno la Cappella Strumentale “I Musici di Corte” e il gruppo di danza antica “Dame e Gentilhuomini Ballarini”.

L’evento propone la ricostruzione filologica, basata sui trattati del primo Rinascimento, delle danze (bassadanza e balli) di Domenico da Piacenza e Guglielmo Ebreo da Pesaro. Il programma privilegia le danze ispirate a personaggi femminili (Donne, a volte anche di malaffare, e Dee) e sarà occasione per illustrare il ruolo della donna nella danza di corte del Quattrocento. Domenico da Piacenza (Piacenza, 1390 – Ferrara, 1470 ca) ed il suo più famoso discepolo Guglielmo da Pesaro (Pesaro, 1420 ca – Urbino, 1484) furono i primi a codificare in trattati, passi, coreografie e musiche le danze. Cruciale fu il loro contributo nel far riconoscere il ruolo culturale, sociale e, inevitabilmente, politico della danza (riflesso dell’armonia celeste) al pari delle arti liberali e della pittura. La loro arte fu apprezzata e contesa in tutte le corti italiane del Quattrocento, da Milano a Napoli, da Ferrara a Firenze a Urbino.

Il concerto / spettacolo è realizzato in collaborazione con il Museo Provinciale Campano in occasione della Festa Europea della Musica.

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