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POLITICA

Benevento, in volo libero tra liste e preferenze…

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L’esercito di candidati che ha preso d’assalto il palazzo, Mosti, giocoforza è stato decimato. Riducendosi ad una pattuglia di 32 elementi. Molti i caduti sul campo.
Nella disamina delle preferenze individuali, lista per lista, è ovvio che si notino tante singolarità. Proviamo a centrare il fascio di luce su qualcuna di esse.

Il centrodestra
Alleanza di Centro non ha sfondato, troppo recente la sua costituzione ma in realtà esiguo proprio il peso ‘nazionale’, costruito attorno alle ambizioni di una sola persona, Pionati. Le Destra, a dispetto dei proclami quotidiani vede il suo segretario provinciale Ciro Vallone fermarsi a 25 voti. Nei Pid la visibilità mediatica di Antonio Verga (53) è stata oscurata da Monica Marsiglia (107). Non si sono rilevati attraenti i numerosi gazebo allestiti da Azione Sociale, la cui indeterminatezza è stata percepita dall’elettorato (Ricci 47, comunque).Io Amo Benevento, la lista giovanile del Pdl, segna una buona performance di Manuel Medici (162), che stravolge un po’ i ruoli anteponendosi al segretario provinciale dello stesso movimento, Zarro (67). Valori non significativi anche per Forza del Sud, che nella buona tradizione del centrodestra vanta un consueto garofano nello stemma (l’attrattiva è stata ridotta, però: Carone 51). Infine il partito-madre, il Pdl. Capezzone (513) torna in Consiglio stavolta davvero fisicamente e politicamente separato dai vecchi ‘compagni’ di viaggio, e dalla sua ha l’aver evitato un flop annunciato quale candidato sindaco; la new entry è Enzo Lauro (295) che ha soffiato iil posto a Costanzo Di Pietro (272): inutile le bizze della vigilia di Ambner De Iapinis, a pieno titolo in lista a furor di popolo… (135).

Il centrosinistra
Nella lista del Pd hanno fatto a sportellate e l’analisi del voto individuale è solo una litania di preferenze, utili per farlo diventare decisamente il partito più importante della città ed influente della coalizione. A Lucarelli (222), Velleca (217), Zarro (2121) e Ionico (179) non è riuscito di rientrare in consiglio; non ce l’ha fatta neppure l’ex assessore Gaudiello (149) e il primato fra le donna è andato all’outsider Fioretti (255), responsabile pari opportunità del partito, che ha superato anche Palmieri (254), la cui campagna elettorale è stata condotta nelle vesti anche di assessore provinciale. Italia dei Valori per un solo voto è riuscita a portare avanti la capolista ed ex assessore Campone (179), con il segretario provinciale Zoino a mordere davvero il freno (178), mentre Iele (104) non ritorna in assise e conferma la complessiva emorragia di voti dovuta alla leadership di Pacifico ed alla fuoruscita di Feleppa, d’Aronzo e de Nigris. Benevento in Movimento (Basile 88) ha perso la sfida diretta con Ora, mentre l’Api tiene, e bene (Aversano 489), pur dovendo rinunciare dopo un bel po’ di anni alla presenza di Izzo (137). Nessun quorum, infine, per Sel, ridimensionata nella guida di Palumbo (99) e Unione per Benevento ma bene testa, 104). L’altra cuspide del raggruppamento è, ovvio, Lealtà per Benevento, che ha valicato con sufficiente leggerezza il confine del mastellismo e si propone ora con un’autonomia corroborata da buoni numeri (nessuna sorpresa negli eletti, se non il fatto che con ben 350 voti Zollo resta fuori).

Il Patto per il Territorio
Con TèL stavolta un’intera ‘generazione consiliare’ lascia la piazza (Boccalone, D’Alessandro, Petrucciano e Consales) e di pura rappresentanza, con un’identità da ricostruire, si nutre il Psi (Basile 67, il top). Sud non promuove il ritorno di Feleppa (188), ma quello del dioscuro De Nigris, mentre le due liste dell’Udeur, quella di partito e Noi e Voi per Benevento sanciscono nei fatti uno stop deciso dell’elettorato locale al Mastella d’assalto (sbarrato il ritorno in consiglio all’ondivago Giorgione ed all’uscente altrettanto ondivago Reale, a Bocchini, Ficociello e Lisi che pure erano a palazzo Mosti, e un Lorenzo Principe interposta persona). Città Nuova si riduce ad un partito personale (Fiorenza 153, ma incalzato da Ianniello, 152), mentre l’Udc quasi agguantato l’Udeur ufficiale e con i due arrivati di antica militanza, giusto per capire il radicamento del partito sul territorio (Quarantiello e Picucci), si ritrova raddoppiati i seggi in consiglio.

ORA
Espressione diretta ed orgogliosa di esperienze, le più varie, Ora si trova ora ad affrontare il ben più arduo cammino del movimento da organizzare: non è passato il messaggio della campagna elettorale sui temi, forse perché è passato più il messaggio della campagna elettorale contro.

 

 
 

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