POLITICA
Elezioni a Benevento, sette giorni ancora senza politica

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Sette giorni al voto amministrativo, a Benevento. Meno male. Si schiudono le urne, si chiudono le polemiche: ma in lista d’attesa si porranno – prevedibile – le analisi e le recriminazioni.
Gli inviti fittizi a tener bassi i toni sono regolarmente disattesi, e le minacce di querela sono pane quotidiano per carta stampata ed informazione on line. Le carte bollate parlano, o semplicemente si minaccia di farle parlare, quando manca la forza di una voce credibile. Quando manca la politica, intesa come capacità di elaborazione dei problemi e risoluzione degli stessi nell’ottica del (famigerato) bene comune.
Ma “parlare di politica” è un ritornello cui non crede nessuno: perché le campagne elettorali in genere, e quella locale non fa eccezione, non si nutrono di politica, ma di elementi spiccioli di assenza d’etica. E qui nel capoluogo sannita il centrosinistra ed il Patto per il Territorio si stanno scambiando convenevoli che trovano origine solo nei reciproci risentimenti; la sinistra sta conducendo una campagna elettorale solo contro il centrosinistra; il centrodestra ‘ufficiale’ sa di giocarsi una buona fetta di credibilità personale in questa battaglia, ed ha scelto un profilo basso, in candidatura e propaganda.
Sono tanti e tali i reticoli che intersecano il destino delle coalizioni in lizza che la ‘cifra’ della politica assente non interessa nessuno, contano solo gli apparati di consenso (singoli o di gruppo): le elezioni a Benevento si riducono al mero significato dei numeri. Vantarne alla fine uno in più dell’avversario è sufficiente per eliminare tutti i difetti di impostazione: siano essi le alleanze spurie, i blocchi di potere, l’orgoglio retrò della purezza.