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Provincia di Benevento

Samte, un indebitamento pesante ‘che viene da lontano’

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Il Presidente della Provincia di Benevento Aniello Cimitile ha reso noto il grave quadro economico-finanziario della Società provinciale rifiuti, la SAMTE srl.

 

E’ pesante l’indebitamento della Società di gestione rifiuti a causa delle passività pregresse che, per il tramite dei Consorzi di bacino, potrebbero scaricarsi sulla stessa SAMTE e sulla Provincia di Benevento.

 

La comunicazione del Presidente Cimitile fa seguito a quanto illustrato nella riunione di Palazzo Chigi del 10 febbraio allorché la Provincia di Benevento, insieme ad altre Istituzioni della Campania, fu convocata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per affrontare la questione della gestione dei rifiuti.

 

E’ da precisare che il bilancio della SAMTE S.r.l. per l’anno 2010, depurato dei costi relativi al Consorzio Unico di Bacino, risulta in sostanziale equilibrio. Anzi, il bilancio risulterebbe in attivo se non vi fossero conteggiati i costi relativi alla gestione degli impianti dismessi già trasferiti alla Provincia dalla Struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Fragneto Monforte e Casalduni Fungaia), pari a quasi 700 mila euro annui. Si pensi che i soli costi gestionali per tali siti sono pari a circa 2,5 milioni di euro.

 

Vi è inoltre la questione inerente la conduzione di siti – non facenti parte del ciclo attivo di gestione dei rifiuti solidi urbani – di competenza del Consorzio di Bacino Unico, che, per mera ubicazione territoriale, ricadono nella Provincia di Benevento. E, in particolare, si fa riferimento:

 

-Discarica in località Tre Ponti del Comune di Montesarchio;
-Discarica in località Pianella del Comune di Sant’Arcangelo Trimonte;
-Sito di stoccaggio eco-balle in C.da San Fortunato del Comune di Casalduni

 

Se le competenze relative a questi siti, così come ad altre aree da tempo chiuse, fossero scaricate sulla Provincia, sulle tasche dei cittadini sanniti dovrebbero essere riversati aumenti notevolissimi della tassazione, vista la necessità di effettuare opere di messa in sicurezza degli impianti e attività di consolidamento (ad esempio: discarica di Montesarchio, interessata da evidenti problemi di carattere idrogeologico e da frane) o di sistemazione (ad esempio: discarica di Piano Borea, che interessa una superficie di circa 16 ettari a fronte di circa 3 ettari impegnati dalle vasche adibite a discarica).

 

Complessivamente, le stime di questi costi oscillano tra i 15 e i 17 milioni di euro.

 

In base alla sentenza emessa dal Tribunale di Napoli, in data 23.09.2010, i siti di stoccaggio non rientrano nella competenza delle Province e pertanto a far data dal 01.11.2010 risultano nella piena competenza delle ex affidatarie Fibe Spa e Fibe Campania Spa.

 

Sulla scorta di tali circostanze, la SAMTE ha intrapreso azioni legali per ciò che concerne le piazzole di stoccaggio eco-balle prodotte da Fibe. L’esito del ricorso è stato positivo, per cui i costi relativi a gestione e sorveglianza di tali siti non saranno più a carico della società né della Provincia.

 

Alle passività già descritte, rischiano di concorrere i debiti dei Consorzi di bacino in liquidazione, a fronte di una situazione creditoria di improbabile riscossione. Appare evidente che qualsiasi ipotesi di fuoriuscita strutturale dall’emergenza è realizzabile soltanto mediante misure che azzerino il la situazione debitoria e consentano alle Province campane di:

 

a) Consolidare le società provinciali e renderle organismi sani, totalmente diversi dalla perniciosa realtà di gran parte dei Consorzi di bacino

 

b) Dare attuazione al Piano rifiuti della Provincia e al Piano industriale della SAMTE, che prevede l’assunzione di tutte le 127 unità dei Consorzi BN1, BN2 e BN3, per le quali già dal luglio 2010 erano state avviate le procedure per la Cassa Integrazione;

 

c) Far fronte alle numerose ed onerose emergenze ambientali, tali da comportare evidenti rischi in atto e/o in potenza.

 

A questo quadro va aggiunta la bonifica delle vecchie discariche ubicate a Sant’Arcangelo Trimonte, la cui progettazione non è ancora definita, e che si sta tentando di far rientrare nel quadro delle compensazioni al comune di cui all’Accordo operativo del 2009.

 

In una dichiarazione, il presidente Cimitile ha osservato: ‘Abbiamo dato riscontro alla nota dell’Assessore Romano del 25.02.2011, segnatamente alla richiesta di «inserimento nella tariffa provinciale delle quota destinata alla gestione delle discariche post mortem». La Provincia e la SAMTE ritengono irricevibile la richiesta de qua, in quanto la copertura finanziaria per le attività di gestione post mortem doveva derivare dagli accantonamenti sulla tariffa di conferimento, accantonamenti da realizzarsi durante la fase di esercizio delle discariche in misura proporzionale ai quantitativi conferiti. Tanto è prescritto dal decreto legislativo n. 36/2003. In altri termini, i cittadini hanno già pagato la quota che oggi si chiede alla Provincia di reinserire in tariffa. Appare evidente il rischio di ricadere più volte sul contribuente per coprire passività che, con ogni probabilità, sono legate ad una cattiva gestione del ciclo rifiuti in passato. Non è possibile che la risoluzione di queste problematiche ricada sui bilanci delle Province e/o delle Società Provinciali, che sono subentrate per competenza solo a partire dal 1/1/2010”.

 

L’assessore provinciale all’ambiente, Gianluca Aceto, nel rimarcare tale stato di cose, ha precisato che: “La Provincia ha chiesto di conoscere a quanto ammontino tali accantonamenti e quali siano le procedure da avviare per l’utilizzo immediato degli stessi, anche ai fini della salvaguardia dell’ambiente e della salute del territorio sannita”.

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