POLITICA
‘Lavoratrici ex Russo trasferite dall’Asia all’Amts: siano spiegati i motivi’

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Fernando Petrucciano, consigliere comunale di Benevento di Tél, ha presentato un’interrogazione urgente con richiesta di risposta in Consiglio e scritta, "in ordine a notizie riguardanti disposizioni impartite dal sindaco e relative al trasferimento all’Amts di lavoratori in mobilità della ex ditta Russo e assegnati all’azienda Asia con il "patto di servizio" di cui al programma "Azioni di Sistema Welfare to work per le politiche di reimpiego" a far data dal 28 giugno 2010".
Petrucciano ha quindi chiesto di conoscere "l’esatta previsione legislativa o di accordo che consentirebbe al sindaco la richiesta di cui sopra, rilevando che in assenza delle citate precondizioni ci si troverebbe di fronte ad un comportamento chiaramente illegittimo oltre che eticamente inopportuno a ridosso di competizioni elettorali. Premesso che le richieste non sono assunte contro le lavoratrici interessate dal trasferimento, ma vanno esattamente nella direzione anche della loro tutela, si vuole sapere come sia stato possibile, con un semplice scritto, operare trasferimenti di persone che hanno ricevuto tutela ed occupazione con atti pubblici che prevedevano il coinvolgimento di 17 persone, come soggetto unico (lavoratori ex Russo), da impiegare presso l’Asia, azienda con grandi necessità di mano d’opera, condizione giustificativa dell’intera operazione.
Il trasferimento de quo non solo comprometterebbe la funzionalità di tutto quanto previsto ed autorizzato, ma sarebbe anche lesivo della legittimazione di quanto affermato e sottoscritto negli accordi tra le parti".
La conseguenza del comportamento tenuto dal sindaco, potrebbe essere addirittura la compromissione dell’eventuale “stabilizzazione delle due lavoratrici nel caso in cui l’Asia volesse utilizzare la grande opportunità offerta dal decreto dirigenziale della Regione Campania del 12 dicembre 2010 erogante contributi finanziari e sgravi contributivi previsti per le assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori in "mobilità in deroga" impiegati in progetti di lavori socialmente utili. Sarebbe ovvio a questo punto, per l’Amministrazione, eliminare il condizionale appena utilizzato per dare certezza ai lavoratori che si trovano nelle condizioni descritte. E’ evidente, infatti, che un comportamento contrario sarebbe lesivo degli interessi, oltre che dei lavoratori, innanzitutto della Pubblica Amministrazione e pertanto si potrebbe anche incorrere in ipotesi di danni erariali".