Regione Campania
‘Il dietrofront porterà benefici alla province di Benevento ed Avellino’

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Raccoglie consensi tra gli intellettuali partenopei e campani il superamento del principio di provincializzazione dei rifiuti sancito dalla legge regionale 4 del 2007, e deciso ieri dal Consiglio regionale della Campania grazie a un voto trasversale. Un passo indietro, quindi, rispetto a una norma che aveva portato in fase di stallo la ricognizione di eventuali siti da destinare a discariche da tempo avviata dalla Provincia di Napoli. Per il presidente aggiunto della Corte di Cassazione Raffaele Raimondi, firmatario lo scorso febbraio con altri 25 alti esponenti della società civile di un appello al presidente della Campania Stefano Caldoro contro la provincializzazione, "il dietrofont della Regione Campania non potrà che portare benefici a quelle vaste aree del Beneventano e dell’Avellinese inadatte alle colture". "Quelle popolazioni, però, – ha spiegato Raimondi – conoscono il sistema discarica inteso come sversatoimaleodoranti e immondezzai mentre, quelli di ultima generazione, che mi auguro prendano corpo in quelle aree, sono veri e propri impianti industriali in grado di dare profitti e lavoro in zone desolate dell’entroterra campano". Con l’appello presentato alla fine dello scorso mese di febbraio a Caldoro, si volle evidenziare proprio che la provincializzazione dei rifiuti non poteva rappresentare un soluzione per una zona così densamente abitata qual è quella della provincia di Napoli. Raffaele Porta, docente di biochimica alla facoltà di Agraria dell’Università Federico II, si è sempre detto contrario a discariche e inceneritori, "le considero cose da trogloditi", dice, ma, "in una situazione come quella che sta vivendo Napoli, possono, per tempi brevi, essere usate per smaltire quantità minime in attesa di avviare un ciclo integrato che preveda alte percentuali di differenziata e impianti di compostaggio". "Era necessario, ora, fare un discorso solidaristico e giusto – secondo Porta – la Campania presenta province con caratteristiche non comparabili. Napoli ospita il 50% degli abitanti della regione e nella sua provincia gravitano anche cittadini altre provincie. Poi ci sono le zone interne, come il Sannio e l’Irpinia, dove madre natura e i geologi ci dicono che è possibile realizzare discariche sicure. Sono aree geologicamente adatte alla realizzazione di discariche e si trovano anche a distanze notevoli dai centri abitati". In sostanza, per Raffaele Porta, se si devono aprire delle discariche sono le province di Avellino e Benevento ad offrire migliori possibilità e garanzie. "L’atteggiamento campanilistico dei consiglieri e dei politici di quelle zone è incomprensibile – secondo il docente della Federico II – la provincia di Napoli è ormai allo stremo e il suo territorio è stato massacrato all’inverosimile". Per Porta, quindi, "purtroppo non esistono altre soluzioni percorribili se quelle che portano a delle discariche in quelle zone che offrono le migliori condizioni di sicurezza e convenienza".