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Cablelettra, non è stato raggiunto l’accordo

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Sembrava essersi aperto un importante spiraglio nella vicenda dei lavoratori della Cablelettra. Il vertice a tre (i sindacati, il commissario straordinario dell’azienda e il referente della multinazionale Yazaki che ha acquisito il gruppo) presso la sede romana del Ministero dello sviluppo economico si era concluso con la promessa da parte della multinazionale di una rivisitazione del piano industriale che prevedeva tagli drastici al personale. Ed invece…

“Non siamo giunti ad un accordo – è il commento del rappresentante Cobas, Francesco Amodio che ha preso parte al secondo incontro a Roma. La Yazaki ha proposto un incremento del numero di posti di lavoro “salvabili” dal piano, che per lo stabilimento di Limatola equivalgono a 15 unità in più; insieme ai 7 già indicati in precedenza, sarebbero, in sostanza, ventidue su novantuno i lavoratori che conserverebbero la loro occupazione”.

La proposta è stata respinta dai sindacati perche come ha spiegato Amodio “non è sufficente, ma soprattutto è stato chiesto di affrontare la questione legata alle attività che la multinazionale intende lasciare in Italia, e di conseguenza, a Limatola”.

Intanto, è stato già fissato un calendario di incontri. Le parti si riuniranno nuovamente il prossimo 30 marzo alle ore 11, e qualora non si dovesse riuscire a trovare un punto di intesa, ci si rivedrà il 4 aprile. 

“Non sarà un percorso facile” confessa il delegato sindacale dei Cobas, che afferma: “Ci saranno sicuramente altre giornate di lotta per i lavoratori, perchè, purtroppo, è chiaro che non si potrà ottenere il ripristino di tutte le unità lavorative, e per questo dovremo impegnarci per garantire che nessuno venga abbandonato al proprio destino, mi riferisco ad ammortizzatori sociali e altre forme di assistenza economica e sociale”.

E proprio ieri i lavoratori della Cablelettra di Limatola sarebbero dovuti ritornare in fabbrica. Sembrerebbe però che non tutti abbiano condiviso la scelta: “Spero – ha concluso Amodio – che da oggi riprendano a lavorare compatti”.

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