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ENTI

Servizio idrico integrato, destino collegato al tavolo istituzionale

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Si riaffaccia la necessità del tavolo tecnico istituzionale per il riassetto della gestione idrica. Tre settimane dopo l’ultimo confronto, infatti, l’accelerazione impressa dall’Alto Calore Servizi non ha portato concreti passi in avanti, salvo rallentare il confronto tra i diversi territori attraverso le istituzioni locali. Convocata due volte, la commissione per il controllo analogo è stata sistematicamente disertata dal rappresentante dei piccoli Comuni, cioé dall’unica componente del Sannio presente nella triade (di cui fanno parte Avellino e Ariano). La perdurante assenza di Durazzano conferma una volontà trasversale della provincia di Benevento, al di là degli schieramenti, di pervenire ad una soluzione condivisa, scongiurando prove di forza. Il destino dell’Alto Calore Servizi, lungi dall’essere per ora compromesso, sembra sempre più collegato al tavolo istituzionale, promosso dai Comuni di Avellino e Benevento allo scopo di giungere ad una larga intesa territoriale, politica e istituzionale. Secondo quanto si apprende, i sanniti auspicano la ripresa del confronto al “tavolo”, che potrebbe essere riconvocato a Benevento entro la fine del mese, allo scopo di fare il punto sulle ipotesi avanzate nello scorso mese di gennaio.

Entrambe le ipotesi formulate al tavolo tecnico-istituzionale ricomprendono l’Alto Calore Servizi nella futura gestione, così come partono dallo stesso presupposto non negoziabile (perché imposto dalla norma): il protagonismo degli enti locali. Le due opzioni in campo puntano ad allineare i 195 soggetti rientranti nell’ambito del Calore Irpino nella compagine sociale di quello che sarà il soggetto affidatario del servizio idrico integrato.
La differenza riguarda unicamente la formula. Da un lato si punta ad allargare l’assemblea dell’Acs spa, mediante una procedura che passa necessariamente per un riassetto della stessa Alto Calore Servizi (oggi parte di un gruppo, con la consorella Acp spa), dall’altro si ipotizza la nascita di una “new company”. Questa soluzione prevede la costituzione di una nuova società, una new.co, allo scopo di acquisire i rami d’azienda dei gestori operanti, principalmente dell’Alto Calore Servizi, che diverrebbe perno del nuovo soggetto.
La nuova azienda in effetti salderebbe la parte sana e attiva delle gestioni attuali (sul modello realizzato nella rifondazione di Alitalia), in un soggetto destinato ad di assumere la denominazione di Alto Calore spa, al termine dell’iter procedurale. Espressione della volontà dei 195 enti locali del bacino unico, che ne costituirebbero la proprietà totalitaria e la committenza, secondo i proponenti la new.co otterrebbe l’affidamento diretto (in sostanza) per volontà dei suoi stessi azionisti, di diritto presenti nell’assemblea concedente, quella dell’Ato.
Una volta completato il complesso iter tecnico, sarebbe prevedibile il pieno avallo dell’authority, cui spetterebbe semplicemente di constatare l’avvenuta ottemperanza della procedura disegnata dalla norma. Anche nel caso di un allargamento dell’Acs, la compresenza dei 195 rappresentanti istituzionali, una volta riorganizzato l’assetto industriale della spa di corso Europa, spianerebbe la strada all’Alto Calore anche nel Sannio, una volta accolto l’intero territorio beneventano nella propria compagine sociale.
Il presidente dell’Ato per ora resta, come il suo Cda, alla finestra, ben sapendo che i tempi necessari per l’affidamento non sono lunghissimi. Se la scadenza ultima resta quella di fine anno, è anche vero che con l’approssimarsi del referendum un intervento legislativo potrebbe scompaginare nuovamente un quadro per ora apparentemente stagnante. Inoltre, i tempi tecnici necessari ad un riassetto dell’Acs, con le procedure di allargamento della propria assemblea, così come l’eventuale progetto della new.co, impongono tempi serrati per garantire ai lavoratori di tutti i gestori, ai sindaci e agli utenti la certezza di un ciclo idrico integrato perfettamente organizzato entro il 2012.

Fonte | Ottopagine | articolo di Christian Masiello

 

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