Tammaro
“Gli episodi come quello di Pontelandolfo vanno ricordati”

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Dopo una vera e propria martellante attività epistolare messa in pratica con costanza e grande vigore dal sindaco Cosimo Testa, sostenuto con uguale passione dal locale Comitato per le Solenni Celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia dell’infaticabile coordinatore Renato Rinaldi, stante, forse, anche il rinnovato interessamento dei mass media nazionali, l’approfondimento storico e l’intensa attività bibliografico-pubblicista degli ultimi tempi attivata da giornalisti e scrittori di caratura internazionale come Paolo Rumiz, Giannantonio Stella, Gigi Di Fiore, Pino Aprile, in relazione alle palesate aspettative di giustizia di una Pontelandolfo e la sua gente, offesa ed umiliata dai “fratelli italiani” del nuovo Governo Sabaudo nella fatidica notte rovente del 14 agosto 1861, finalmente, le coscienze delle autorità governative cominciano a dare qualche piccolo segnale di risveglio da quel letargo durato troppi, tantissimi anni.
A rompere gli indugi è Giuliano Amato, Presidente del Comitato per le solenni celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, già politico, giurista e docente, che fa cenno alle sanguinose vicende risorgimentali di Pontelandolfo, in una lunga intervista di Mario Avagliano, pubblicata sul Messaggero lo scorso 12 gennaio. Quando il giornalista nel corso del cordiale incontro ha detto ad Amato, tra l’altro: “A proposito di Nord e Sud, è in discussione anche la ricostruzione storica del processo di unificazione. Nel suo saggio “Terroni” Pino Aprile ha paragonato i piemontesi ai nazisti per la violenza dell’occupazione. E Pierluigi Battista ha invitato lei e il comitato del 150° – già il Sindaco Testa, in precedenti occasioni, aveva trasmesso ad Amato analogo invito scritto – a recarvi nei luoghi delle stragi compiute dai Savoia, come Pontelandolfo nel Beneventano”, l’ex Presidente del Consiglio, ha così espresso il suo pensiero: “La lotta al brigantaggio finì col coinvolgere anche coloro che briganti non erano e comportò violenze inaccettabili da conquista coloniale. Gli episodi come quello di Pontelandolfo vanno ricordati: la storia non può essere scritta da vincitori …”
Amato ha riproposto il suo pensiero espresso in merito all’episodio di Pontelandolfo e all’importanza storica di ricordare l’efferato eccidio, che provocò lutti e guasti, nella prolusione pronunciata, il giorno successivo all’intervista, su tre fondamentali questioni afferenti il percorso di una unità difficile: il Risorgimento come “Grande Sogno”, l’irrisolta “Questione Meridionale e, l’”Identità Nazionale”, presso l’Accademia Nazionale dei Lincei a Roma, la più antica accademia scientifica del mondo, fondata nel 1603 da Federico Cesi, che annoverò tra i suoi primi soci il grande Galileo Galilei.