Salute
“A rischio soprattutto giovani e bambini. Influenza A? Accertabile solo con isolamento virale”

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Come era stato annunciato la temuta influenza è arrivata puntuale poco dopo le festività natalizie mettendo a letto centinaia di persone, anche nella provincia sannita.
“Questo periodo è sicuramente quello che, più di ogni altro, annualmente registra un vero e proprio picco di casi di persone affette da sindrome influenzale” , ci spiega la dottoressa Annarita Citarella, dirigente del servizio Epidemiologia e prevenzione dell’ASL di Benevento, che da15 anni si occupa del monitoraggio e sorveglianza della sindrome similinfluenzale.
Il sistema, coordinato dal Ministero della Sanità, si basa sulle rilevazioni fornite dai medici di base del territorio che consentono di fare una stima dei casi e valutare anche ulteriori aspetti: “Abbiamo notato – afferma Citarella – un incremento del numero di persone che si ammalano di influenza cosiddetta stagionale soprattutto nelle fasce d’età piu giovani, adolescenti e bambini, mentre, evidenziamo un calo tra gli adulti e gli ultrasessantacinquenni, questi ultimi probabilmente perchè vaccinati con maggiore frequenza. Sono infatti circa settantamila le dosi di vaccino all’anno che, nel Sannio, vengono somministrate in particolare alle persone anziane”.
Casi di influenza stagionale nella norma dunque, e per quanto riguarda invece la temutissima, influenza A, ai più nota come “la suina” che dallo scorso anno aveva fatto scattare un vero e proprio stato di allarme, tra paure di contagi, pandemie e spesso purtroppo anche tanta disinformazione?
“Il virus A H1/N1, quest’anno – spiega la dottoressa Citarella – circola come tutti gli altri; non siamo in grado di accertare se sul nostro territorio al momento ci sono casi, in quanto tale certezza la si può ottenere esclusivamente con accertamenti sanitari, all’interno di strutture ospedaliere, mediante isolamento virale.
Quando lo scorso anno si è iniziato a parlare di questa influenza – precisa – folle di persone sono arrivate chiedendoci di essere vaccinati. Poi, però, quando i vaccini sono stati disponibili, sono stati davvero pochi coloro i quali ne hanno usufruito. Quasi trentamila dosi sono state, infatti, rimandate indietro”.
Livia Cimaglia