Sindacati
Stabilizzazione dei precari, la vertenza della Flc Cgil

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All’interno della campagna per la stabilizzazione del personale precario, la FLC CGIL ha deciso di sostenere una vertenza nazionale per la trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. “In particolare – si legge in una nota del segretario Vincenzo Delli Veneri – l’intervento è rivolto in favore di tutti coloro che sono stati assunti con contratti a termine, compresi coloro che lavorano nei settori pubblici della conoscenza con almeno tre anni di servizio. Il primo passo da fare per tutti gli interessati è rappresentato dall’atto d’impugnativa del contratto scaduto senza il quale non sarà più possibile istruire il successivo ricorso al giudice.
Purtroppo, con l’approvazione in Gazzetta ufficiale della legge n. 183/2010, il cosiddetto “collegato lavoro”, sono stati stabiliti, tra altre disposizioni tese a limitare i diritti dei lavoratori, i nuovi limiti stringenti per l’impugnazione dei licenziamenti dei contratti a termine e in genere dei contratti precari. Tra questi vi è quello importantissimo dei 60 giorni a disposizione del lavoratore per poter dar corso all’impugnazione. Dalla definizione per norma dei 60 giorni dall’entrata in vigore della legge stessa ne consegue che, entro e non oltre il 23 gennaio 2011, deve essere presentato l’atto d’impugnazione”.
Questo atto “vertenziale” ha caratteristiche molto complesse i cui esiti non sono certi perché allo stato attuale i pronunciamenti positivi emessi dal giudice di primo grado sono pochi, ma la FLC CGIL “non intende mettere a rischio i lavoratori precari, speculando sulle loro legittime aspettative: pertanto, i nostri uffici legali verificheranno, caso per caso, che il lavoratore abbia maturato tre anni di servizio nel comparto di riferimento e possieda i requisiti richiesti dalla legge o dal contratto nazionale per ottenere l’incarico o l’assunzione a tempo indeterminato nel comparto di appartenenza.” Sono, queste, le condizioni minime indispensabili per evitare di esporre i lavoratori al rischio di sentenze sfavorevoli.
“Invitiamo tutti i lavoratori in possesso dei requisiti per impugnare il proprio contratto – conclude Delli Veneri – a rivolgersi presso le sedi della CGIL, per reperire le giuste informazioni e per valutare l’eventuali azioni da assumere”.