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POLITICA

Santo Stefano in piazza per i precari sanniti

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Il coordinamento precari della FLC di Benevento sta organizzando una raccolta di firme da inviare alla giunta Caldoro per “chiedere il rispetto degli accordi e l’attivazione immediata dei progetti regionali. Allestiremo – si legge in un anota inviata agli organi d’informazione – un gazebo a Benevento, in piazza Federico Torre, dinanzi alla chiesa S. Bartolomeo per distribuire i volantini (e ovviamente per raccogliere le firme) nei giorni 26, 27 e 28 dicembre dalle 17.00 alle 20.30”.
Non ci si ferma e sarà dunque un Natale di disperazione e di lotta per quanti speravano in una via d’uscita al problema occupazionale dopo che “nel mese di settembre l’Assessore regionale Miraglia e i Sindacati avevano raggiunto un accordo che prevedeva l’impiego di 10 milioni di euro (finanziamenti MIUR) per realizzare progetti regionali di recupero dei precari che non avevano ricevuto nessun incarico a seguito dei tagli operati dall’attuazione della legge Gelmini”, si legge nel volantino che il coordinamento appunto distribuirà sul corso Garibaldi.
“I progetti avrebbero dovuto rispettare i seguenti criteri: impiego del personale docente ed ATA precario di tutti gli ordini di scuola, di tutti i profili professionali e classi di concorso (nel rispetto delle graduatorie provinciali) con contratto a tempo determinato; retribuzione mensile come da Contratto Nazionale del Comparto Scuola; impegno superiore a sei mesi con piena valutazione dell’anno di servizio. Ed invece, disattendendo gli impegni assunti, la Regione, completamente appiattita sulle politiche del Governo, ha predisposto interventi in cui: non esiste obbligo delle scuole a nominare esclusivamente i precari; gli incarichi non riguarderanno tutto il variegato e complesso mondo dei precari; per i docenti le nomine saranno riservate solo ad alcune classi di concorso; il contratto di lavoro sarà tipo “prestazione d’opera” con misera retribuzione e pochi diritti. È quindi evidente che tali scelte non danno risposte né ai lavoratori espulsi dalla scuola, né al potenziamento dell’offerta formativa”.

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