Tammaro
In ricordo di don Ugo

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Da Lucia Gangale riceviamo e pubblichiamo questo ricordo di un sacerdote profondamente connesso alle istanze sociali ed a suo modo emblema di un concetto di modernità del clero.
“Ho letto della scomparsa di don Ugo Della Camera e mi sembra opportuno ricordare alcune delle tante cose che ha realizzato nel suo periodo di permanenza a Pago Veiano, un paese cui era rimasto profondamente legato, tanto da ritornarci regolarmente, anche se ormai risiedeva da vent’anni a San Martino Valle Caudina.
Ricordo che a Pago ci fu una sollevazione popolare, quando ai fedeli fu comunicato che don Ugo era stato destinato ad una nuova sede. Le televisioni locali facevano interviste tra la gente, che stazionava davanti alla chiesa di S. Donato, perché volevano che il loro prete non se ne andasse.
Sessantadue anni, originario di Fragneto Monforte, don Ugo ha vissuto con forza e serenità il male che lo affliggeva negli ultimi tempi. Era un prete sociale, uno dei pochi fatti così che io abbia conosciuto nelle nostre zone. Capace di coinvolgere i giovani e tenerli impegnati in mille attività, don Ugo aveva inventato proprio a Pago il Meeting dei Giovani, che aveva poi esportato a San Martino Valle Caudina, e poi aveva impresso la sua firma anche in calce alla rassegna “Amici della Musica”, che permetteva agli artisti locali di tutte le età di esibirsi in pubblico. La rassegna si svolgeva nei locali della Scuola Elementare e premiava tutti gli intervenuti con una graziosa targa ricordo dell’associazione ANSPI.
La musica doveva essere una grande passione di questo sacerdote, anche perché nel tempo ha composto una serie di canzoni popolari che ancora oggi risuonano nelle esibizioni del gruppo folk “Li Pajani”: “Vì che paese bello”, “Le strade di Pago Veiano”, “Déci fontane” e tante tante altre.
Fu anche il primo ad ideare delle brochure turistiche su Pago Veiano, un’idea per i suoi tempi futuristica, ed il disegno che campeggiava sulla copertina era di un ragazzo che suonava la chitarra, Giorgio De Ieso, forse il più bravo chitarrista della zona.
Don Ugo ha fatto ristrutturare la chiesa di San’Antonio e la chiesa di Santa Maria a Tammaro. Quando c’era da lavorare lavorava anche lui, indossando senza difficoltà le vesti del manovale, nella convinzione che per fare il bene e realizzare qualcosa di duraturo fosse utile anche il suo contributo.
Mi scrisse due biglietti quando iniziai a pubblicare i miei primi libri con “Realtà Sannita”. In particolare ebbe parole di elogio quando uscì la storia di Pago Veiano, un libro che lui diceva di avere atteso da anni e che vedeva finalmente realizzato.
Con la sua vita ed il suo esempio don Ugo ha dato dimostrazione concreta di una carità attiva, che poco si ammantava di parole e si spendeva invece tra la gente con cuore e con fervore.
Occorrerebbe soffermarsi sulla figura di questo parroco, che era divenuto monsignore e Presidente dell’Istituto Sostentamento Clero di Benevento, magari organizzando una tavola rotonda con laici e prelati, proiezioni sugli anni pagoveianesi e ricordi di testimoni che lo hanno conosciuto. Sarebbe una bella dimostrazione di civiltà in un paese che ha bisogno di unione e di solidarietà, proprio quelle cose che don Ugo ha testimoniato con la sua vita e la sua opera”.