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Oasi delle Zone Umide Beneventane. La denuncia della Lipu: “No ai quad nei corsi d’acqua”

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Gli attivisti della sezione LIPU di Benevento registrano un’altra attività dannosa alla natura nel perimetro dell’Oasi delle Zone Umide Beneventane. Questa volta si tratta di giovani che guidano i quad, veicoli a motore a quattro ruote fatti per il fuori strada, con i quali percorrono non solo i sentieri dell’Oasi delle Zone Umide Beneventane, ma anche le rive del fiume Calore e gli altri corsi d’acqua dell’Oasi.

Particolarmente impattante – si legge nella nota inviata dagli ambientalisti – è stato quello che sei attivisti della LIPU hanno documentato nello scorso fine settimana lungo l’ultimo tratto del torrente Ienga, che caratterizza tutta la Valle Vitulanese e che prende le acque che scendono dalla parte sud-orientale del Massiccio montuoso del Taburno-Camposauro: in prossimità della confluenza nel fiume Calore quattro grandi e rumorosissimi quad percorrevano longitudinalmente il corso dello Ienga come se il letto del torrente, in quel tratto tutto occupato dall’acqua, fosse una strada.

Un volontario della LIPU in tale circostanza – continua il comunicato – ha ricordato al primo dei giovani che guidava il gruppo di quad che quell’area è inserita nel perimetro dell’Oasi di protezione della fauna “Zone Umide Beneventane” cercando di far capire che quell’attività sportiva (?) così invasiva è dannosa alla natura dell’area protetta.

Infatti il tratto finale del torrente Ienga e la confluenza con il fiume Calore – proseguono gli attivisti – generano ambienti fluviali molto adatti agli uccelli acquatici: il bosco igrofilo, costituito da alberi di salici e pioppi, appetibile in particolare per aironi, diverse specie di passeriformi e picchi, e gli isolotti formatesi dall’accumulo di ghiaia e sabbia, habitat ideale per il folto gruppo di limicoli, uccelli che trovano nel limo il cibo per sostentarsi oltre a poter nidificare proprio qui.

Inoltre – aggiungono – questo sito è anche un’area archeologica importante per la presenza degli imponenti resti di un ponte romano, oggi denominato Ponte delle Maurelle, sul quale transitava la Via Latina che giungeva all’antica Beneventum percorrendo un territorio della penisola italiana più interno rispetto a quello attraverso il quale transitava la Via Appia.

A seguito di tale fatto e di altri simili che sono stati riscontrati anche nelle aree collinari dell’Oasi, la LIPU condanna tale attività nel perimetro dell’area protetta lungo il fiume Calore sostenendo che disturba la nidificazione degli uccelli e danneggia gli anfibi, i quali da ora in poi, sino ad estate inoltrata, lotteranno per occupare ogni pozza d’acqua dove deporre le uova e far sviluppare le larve. Oltretutto depotenzia di molto le possibilità turistiche e di svago che l’Oasi offrirebbe con i suoi sentieri che attraversano aree naturali di un certo interesse e paesaggi affascinanti.

Per questa ragione la LIPU – conclude la nota – proporrà alla Provincia di Benevento, che ha istituito l’Oasi di protezione delle “Zone Umide Beneventane”, di creare un tavolo operativo permanente con le Forze dell’ordine, con il supporto della LIPU stessa, per tutelare effettivamente quest’area.

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