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Sunia: “Nomine dei sub commissari Iacp, ennesima operazione di potere”

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Il Sunia di Benevento è intervenuto in merito alla nomina di 15 sub commissari degli Istituti Case Popolari fatta in questi giorni dal Presidente della Giunta regionale.
“Caldoro – scrive il sindacato degli inquilini – ha firmato i decreti tra cui anche i due designati per Benevento, attingendo a larga mano nel sottobosco politico. Ma come? Il Governo regionale non aveva sciolto i Consigli di amministrazione degli Istituti Case Popolari nominando dei commissari per la durata massima di diciotto mesi, alla fine dei quali approvare una riforma complessiva della gestione del patrimonio pubblico.
Cosa è successo, invece, – secondo il Sunia – che con le leggi 10/11/2011 n. 17 e 06/12/2011 n. 21, il Consiglio Regionale, su proposta del Governo regionale, ha provveduto, prima, ad eliminare, contro ogni norma e ogni logica, il termine di durata dei Commissari. e, ciliegina sulla torta, con la legge 09/08/2012 n. 27 , preoccupato delle possibili reazioni, ha proposto di allargare il sottogoverno degli Istituti Case Popolari, riservando un posto alle Organizzazioni sindacali, ad onta anche delle proteste di quei pochi che, nel Consiglio Regionale hanno usato parole di fuoco contro tale provvedimento.
La verità – prosegue il sindacato – è che si è fatta l’ennesima operazione di potere che niente ha a che vedere con la voglia di cambiare e seriamente riformare l’edilizia pubblica in Campania. Ci sarebbe da chiedersi su quali sono i grandi risultati che hanno prodotto le scelte di questa Regione sulle questioni abitative: Istituti Case Popolari completamente lottizzati e allo sfascio.
E il caso di segnalare l’istituto Beneventano, che a distanza di anni, si è scoperto, che ha ben 4 milioni di euro di debiti nei confronti del comune di Benevento e di un patrimonio in pieno decadimento, come quello del comune di Pesco Sannita alla località “Caduti della Polizia” n. 6, che rischia addirittura di essere abbattuto per l’avvenuta insicurezza dello stabile nella parte strutturale, con famiglie in balia della disperazione.
E’ questa la tanto strombazzata riforma? Dove sono le centinaia di alloggi di grande qualità promessi? La grande speranza – conclude la nota – di una riforma dell’edilizia pubblica, purtroppo, ancora una volta si allontana, immolata su altri interessi che niente hanno a che vedere con la sacrosanta esigenza di creare le condizioni per migliorare la vita dei cittadini e la qualità dei quartieri e delle città e dall’intera provincia”.