ECONOMIA
La pescheria dei Fratelli Canale, una storia di mare che profuma di casa: da Pozzuoli al cuore di Benevento
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Ci sono attività che vanno oltre il commercio. Diventano punti di riferimento, luoghi dell’anima, storie che si intrecciano con quelle di un’intera comunità. A Benevento, quando si parla di pesce, qualità e rispetto delle tradizioni, un nome viene naturale sulle labbra di tutti: la famiglia Canale. Da loro il Natale non è solo una data sul calendario. È lavoro, fatica, responsabilità. È il momento in cui una città intera affida a una famiglia il compito più delicato: portare sulle tavole la tradizione.
Originari di Pozzuoli, ma beneventani d’adozione da quasi sessant’anni, i Canale sono molto più di una pescheria. Sono una storia che attraversa le generazioni, una presenza costante nel quotidiano di migliaia di famiglie del Sannio e dell’Irpinia. Tutto ha inizio con Antonio Canale, che negli anni Sessanta apre il suo primo banco del pesce in via Poerio, vicino alla Chiesa dell’Addolorata, al Rione Libertà. Un banco semplice, ma carico di sogni, sacrifici e dignità.
È lì che crescono Pasquale e Mimmo, tra cassette di pesce, mani fredde e insegnamenti silenziosi. Lì imparano che questo non è solo un mestiere, ma un modo di stare al mondo. Oggi sono loro a portare avanti l’attività, insieme ai figli, con le sedi di Benevento (al Rione Pacevecchia) e di Avellino, e una squadra di oltre 15 persone che lavora senza sosta per garantire qualità, cortesia e rispetto. Un rispetto che, negli anni, ha creato qualcosa di raro: un rapporto di amicizia vera con la clientela.
A tre giorni dalla Vigilia, nell’intervista della domenica, abbiamo voluto raccontare proprio questo clima unico, fatto di frenesia e umanità, di sacrificio e orgoglio. A raccontarcelo è Pasquale Canale, con parole sincere che sanno di gratitudine e appartenenza. «Questa è un’attività che si è tramandata di generazione. Mio padre era innamorato di Benevento e ci ha trasmesso questo amore. Qui ci sentiamo a casa. La genuinità dei beneventani, il loro carattere, ci somiglia. Siamo stati accolti a braccia aperte e per questo saremo sempre grati alla città».
Un legame così forte da diventare identità. «Ogni giorno facciamo Pozzuoli-Benevento e Pozzuoli-Avellino con orgoglio. Torniamo a casa stanchi, ma sempre contenti. Non saprei camminare per Napoli, ma se mi chiedi una strada di Benevento o Avellino te la indico subito. Questo spiega l’amore che abbiamo per queste città».
Sono 55 anni di presenza, di fiducia costruita giorno dopo giorno. Famiglie cresciute insieme ai Canale: nonne, mamme, figli. «Oggi vengono le mamme a comprare le sogliolette per i bambini, e prima venivano da mio padre. Il 60% del pesce lo vendiamo al telefono: è il segno di un rapporto che va oltre il commercio».
E poi arriva il Natale. Il periodo più bello, ma anche il più duro. «Per noi le feste sono quasi un ‘guaio’» – dice sorridendo – «non pensiamo al guadagno, ma a non scontentare nessuno. È un dispendio enorme di energie fisiche e mentali, ma facciamo sacrifici per portare il meglio sulle tavole».
Le file diventano lunghe, l’attesa paziente, il lavoro incessante. Ma nessuno se ne va senza un sorriso. «La gente riconosce i sacrifici che facciamo. Va via contenta. E anche la fila diventa motivo di orgoglio perché apprezzano il nostro impegno».
A Natale, a tavola, la tradizione vince sempre. «I beneventani sono tradizionalisti: calamari, gamberi e polipo non mancano mai. Magari capita che qualche giovane mi chieda crudi, ma a Natale la tradizione comanda».
La storia della famiglia Canale è una storia di mare portato nell’entroterra, di sudore trasformato in fiducia, di lavoro che diventa affetto. È una storia che, a pochi giorni dal Natale, ci ricorda che dietro ogni piatto c’è qualcuno che ha scelto di non fermarsi, di non risparmiarsi, di esserci. E forse è proprio questo il regalo più grande che i Canale continuano a fare a Benevento: esserci, sempre.





