Ieri sera il teatro Solot ha ospitato un evento particolare: abbiamo ascoltato le voci delle donne ucraine e italiane, espresse nella poesia e nel canto. L’ospite della serata era Oksana Stomina, poetessa oriunda di Mariupol, attualmente costretta a vivere a Kyiv, visto che la sua città d’origine è sotto occupazione militare. Lei sta svolgendo il suo terzo tour di presentazioni, che l’ha portato a viaggiare dal Nord-Est al Sud, con le date a Bari, Trani, Bisceglie, Napoli ed infine a Benevento, prima di risalire ed incontrare il pubblico a Rimini, Senigallia, Portogruaro, Verona, Desenzano, Asola. La sua presenza ha attirato al Molino Pacifico un pubblico di appassionati di poesia, persone che seguono l’attualità geopolitica; erano presenti anche gli ucraini di Benevento e il parroco della locale parrocchia greco-cattolica.
La poetessa ucraina è stata testimone oculare dell’assedio di Mariupol: era lì quando l’esercito russo ha circondato la città bloccando le vie di fuga e ha cominciato un intenso bombardamento dei quartieri residenziali. Stomina ha raccontato ai presenti il suo vissuto anche con le poesie, tradotte in italiano da Marina Sorina e lette da Antonio Intorcia.
Paura e solidarietà, dolore e indignazione, il desiderio di sopravvivere e il dovere di aiutare gli altri, infine, la tormentata scelta di partire: insieme alla poetessa abbiamo ripercorso le tappe dell’assedio.
Il suo racconto è stato introdotto dal regista Michelangelo Fretto, che ha ricordato l’importanza di non restare indifferenti verso le guerre nel corso.
Ad allietare la serata c’era anche il coro OrbiSophia, che ha aggiunto un tocco spirituale alle riflessioni sul bene e sul male grazie alle antiche preghiere cantate a modo beneventano.
Per collegare il racconto della poetessa ucraina alla nostra realtà, ha portato la sua preziosa testimonianza il sen. Roberto Costanzo, – l’unico fra i presenti a ricordare gli orrori della seconda guerra mondiale. Nella giornata mondiale dell’infanzia, lui ha ricordato il tragico destino dei bambini ucraini che vengono deportati in Russia o sottoposti al lavaggio di cervello nei territori occupati. Suonavano come un monito le parole con cui ribadiva che la guerra in Ucraina non è uno spettacolo da osservare con distacco ma una tragedia tangibile che riguarda anche la nostra realtà In conclusione della serata è intervenuto anche Angelo Moretti del MEAN – Movimento europeo di azione non-violenta, che ha aiutato ad organizzare l’evento insieme al NAU – Netowrk di Associazioni per l’Ucraina.