AMBIENTE
Nuova legge regionale sulle aree protette, Bonavitacola: “Ambiente e sviluppo alleati per valorizzare bellezze paesaggistiche e biodiversità”

Ascolta la lettura dell'articolo
Nel pomeriggio di ieri, alla Rocca dei Rettori a Benevento, si è tenuto un confronto pubblico sulla nuova legge regionale sulle aree protette e lo sviluppo dei territori, organizzato dall’Ente Parco del Taburno-Camposauro.
L’incontro è stato moderato dal consigliere regionale Mino Mortaruolo che ha dettagliato la necessità del varo della legge. “La nuova normativa servirà affinché sulla materia vi sia una disciplina molto più veloce e più snella sia, da un lato, sulle politiche di attuazione della sostenibilità, sia, dall’altro lato, si restituisce dignità ai Parchi Regionali con un ampiamento delle funzioni e un ampiamento della dotazione di personale che si potranno dedicare. – ha specificato proprio Mino Mortaruolo -. Ma poi credo che, al di là della nuova legge, inizi anche un nuovo percorso di implementazione turistica e di attrattività dei parchi. Ogni parco avrà una dotazione finanziaria importante a cominciare dal Parco del Taburno insieme all’altro nascente Parco del Matese. Una risorsa finanziaria che verrà subito messa a disposizione delle comunità per implementare attività ricettive turistiche, ricreative e ambientali che saranno ulteriore volano sia per la fruibilità delle aree protette ma anche per l’economia indotta del comprensorio”.
Il percorso normativo, invece, è stato spiegato dal vicepresidente della Regione, Fulvio Bonavitacola: “Il Consiglio Regionale, proprio in conclusione della consiliatura, ha approvato questa legge molto attesa. In precedenza c’era stata la prima legge sulle aree protette del 1993, quindi si trattava di una normativa ormai obsoleta di oltre 30 anni fa. E’ stato necessario tornare sulla questione e riformare quelle previsioni, perché in quel periodo vi era una visione del paesaggio e della sua tutela molto conservativa, molto difensiva. – ha spiegato Bonavitacola – Venivamo dagli anni ‘80 dagli anni ‘90 ele norme vengono da dinamiche sociali e quindi, in quel periodo, c’era il rimorso per una serie di devastazioni e di inquinamenti che erano avvenuti. Ci fu un atteggiamento un po’ difensivo che era figlio della legge nazionale sui parchi, che ha dato origine in Campania al Parco del Vesuvio al Parco del Cilento. Dopo tanti anni era venuto il momento di cambiare registro, di passare da una fase solo di salvaguardia alla fase di sviluppo. Perché abbiamo tutti quanti capito una verità o per lo meno smentito una sciocchezza cioè che ambiente è sviluppata sono nemici. Non è vero, ambiente e sviluppo possono essere alleati, anzi devono essere allineati e viaggiare insieme. Con questa legge noi diamo a agli enti parco questa missione: essere organi di tutela dal territorio, ma anche soggetti attivi di sviluppo. Naturalmente per essere soggetti attivi occorrono mezzi, risorse. Quindi stiamo attrezzando una serie di strumenti affinché davvero la valorizzazione del nostro della nostra ricchezza paesaggistica e della nostra biodiversità si accompagni a progetti di sviluppo reali”.
In una sala consiliare particolarmente gremita, a testimonianza del rilievo e dell’interesse che suscita l’argomento, ad ascoltare i saluti istituzionali del Presidente della Provincia Nino Lombardi e gli interventi tecnici del responsabile aree protette Legambiente Antonio Nicoletti, dell’avvocato Stefania Pavone, quale delegata dalla Regione Campania nel ‘Comitato di gestione provvisoria del nuovo Ente parco del Matese’ e di Costantino Caturano quale Presidente dell’Ente Parco naturale Taburno-Camposauro, c’erano praticamente i rappresentanti di tutte le amministrazioni sannite direttamente coinvolte nei due parchi, ma anche rappresentanti territoriali delle organizzazioni di agricoltori, e associazioni ambientaliste e di vario genere del territorio.