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ECONOMIA

Basile (Ance): “Italia cresciuta grazie a strumenti straordinari. Ora serve una politica industriale stabile”

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L’Italia è cresciuta, ma ora rischia di rallentare bruscamente. A lanciare l’allarme è l’architetto e imprenditore Flavian Basile, presidente di ANCE Benevento, che in un’ampia riflessione analizza il quadro economico nazionale e richiama le istituzioni alla responsabilità: “Non servono promesse, serve programmazione. Non servono misure spot, ma visione”.

Secondo Basile, il Paese ha vissuto tra il 2021 e il 2022 una fase di crescita economica inaspettata, con un PIL aumentato di oltre il 10%, un boom occupazionale che ha portato a luglio 2025 il numero di lavoratori a 24,1 milioni, e una disoccupazione al minimo dal 2009 (6,7%). Le agenzie di rating, nel frattempo, hanno rivisto al rialzo l’outlook sull’Italia, segnalando fiducia sui mercati.

“Questi risultati non sono stati casuali – sottolinea il presidente di ANCE – ma frutto di misure precise: l’attuazione del PNRR, la stagione dei prestiti garantiti dallo Stato e gli incentivi della ZES Unica per il Mezzogiorno. Questa combinazione ha permesso alle imprese di investire, innovare, assumere”.

Ma ora la situazione sta cambiando. E non necessariamente in meglio. Tre strumenti chiave della ripresa – PNRR, garanzie pubbliche e ZES – rischiano di esaurirsi contemporaneamente, privando il sistema produttivo del carburante necessario per continuare a crescere.

Il PNRR, ricorda Basile, ha una scadenza naturale nel 2026. Le garanzie pubbliche, fondamentali per l’accesso al credito, sono al centro del dibattito politico, con il ministro Giorgetti intenzionato a ridimensionarle. Infine, la ZES Unica non ha ancora un orizzonte certo oltre il 2026. “Senza questi strumenti – avverte Basile – le PMI, in particolare quelle del Sud, rischiano di trovarsi in difficoltà proprio nel momento in cui avevano ricominciato a investire”.

Il confronto con gli altri grandi Paesi europei rende ancora più evidente la posta in gioco: “La Francia ha prorogato fino al 2030 il credito d’imposta per ricerca e innovazione, la Germania ha varato un fondo da 200 miliardi per la transizione industriale, la Spagna ha reso permanente parte delle misure del Next Generation EU. L’Italia rischia invece di ridurre tutto, e tutto insieme”.

La proposta di Basile è chiara: trasformare le misure straordinarie in una politica ordinaria di sviluppo. “Non si può vivere di emergenze perpetue, ma nemmeno passare da una fase espansiva a un vuoto normativo e finanziario. Serve stabilità, serve continuità”.

Il presidente di ANCE Benevento propone un nuovo patto tra Stato, imprese e sistema bancario, basato su tre pilastri: un quadro fiscale stabile e automatico per chi investe in innovazione, digitalizzazione ed export; un sistema di garanzie pubbliche selettive, che accompagni il credito bancario verso le imprese solide con piani di crescita; una ZES permanente, non solo come incentivo fiscale ma come piattaforma di attrazione, con semplificazioni amministrative e logistica moderna.

“Il ciclo espansivo degli ultimi anni – conclude Basile – ha dimostrato che l’Italia è capace di crescere, se messa nelle condizioni giuste. La vera sfida non è stata crescere: sarà continuare a farlo”.

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