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‘Stop al genocidio a Gaza’, Seneca invita a partecipare al presidio davanti alla sede sannita della Leonardo

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Il Global Moviment to Gaza terrà oggi un presidio davanti alla Leonardo Spa di contrada Ponte Valentino, a Benevento, per dire “stop al genocidio”.
“Quello che parte dal Sannio – scrive l’attivista Giannicola Seneca, presidente del Comitato sannita ‘Acqua bene comune’ – è un forte segnale di pace. La Leonardo Spa è un’azienda, partecipata anche dallo stato italiano, che produce armi e sistemi di difesa, facendo enormi profitti sulla pelle delle popolazioni inermi. È inutile giraci intorno. La guerra oggi non si combatte solo con le armi tradizionali, ma i mercanti di morte oltre a produrre elicotteri, caccia bombardieri e carri armati sono specializzati nella progettazione e realizzazione di sofisticati sistemi elettronici per colpire cinicamente gli obiettivi, come sta succedendo in Palestina.
Il bilancio delle vittime a Gaza – continua Seneca – ammonta a 70.000 morti tra cui tanti bambini oltre ad 800.000 persone sfollate che scappano dalla martoriata città di Gaza senza sapere dove andare. Una sola vite o una sola scocca di un veicolo dal quale partono le bombe prodotti a Benevento, costituiscono un motivo più sufficiente per partecipare al presidio”.
L’industria degli armamenti con l’aumento del PIL al 5% sta moltiplicando in maniera esponenziale i suoi profitti, grazie al proliferare della “guerra mondiale a pezzi”. Papa Francesco ci ricorda che gli unici che guadagnano con la guerra sono i produttori di armi. Don Tonino Bello vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi, invitato all’inaugurazione di una nave militare, rifiutò di benedirla. Di fronte all’insistenza di chi gli diceva: “Eccellenza ma è solo un cannone su una porta aerei” don Tonino rispose: “Un vescovo non può benedire le armi.”
In Campania, la Leonardo Spa ha numerose sedi produttive oltre a quella di Benevento dando da vivere a tanti lavoratori occupati nei propri stabilimenti, oltre a quelli dipendenti d’imprese che lavorano nell’indotto. Questo è una ferita inferta ad un territorio come il nostro assetato di lavoro dove, pur di non emigrare, la gente è costretta ad accettare ogni offerta di lavoro. Per questo motivo i manifestanti esprimeranno la piena solidarietà anche ai lavoratori della Leonardo, che non sono certo gli artefici dell’economia di guerra, ma le vittime di un sistema.
Il presidio del Global Moviment to Gaza non risolverà la crisi medio orientale, ma è una forte azione politica per impedire l’appoggio del governo italiano alla violenza dello Stato israeliano, mediante l’invio di armi. Bisogna pur iniziare da qualche parte per bloccare la produzione ed il commercio degli armamenti, promuovere una riconversione industriale ed investire in settori diversi quali la sanità, la scuola ed il risanamento delle reti idriche.
Il mio auspicio è che ci sia solo la bandiera della pace perché il momento è talmente grave che non ci si può permettere il lusso di nessuna divisione.
Ascoltiamo la profezia di Isaia per costruire un’economia nuova della vita: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra. (Is, 24) (Is 2,4)”, conclude Seneca.