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Baselice, premiati i vincitori della XXV Biennale di Pittura

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“La pittura è mettere a tacere tutti i linguaggi e far danzare solo la vista,” avrebbe esordito Fabrizio Caramagna nel far visita alla XXV Biennale di Pittura tenutasi a Baselice, splendido borgo dell’Alto Sannio. L’evento, che si è svolto dal 30 agosto al 9 settembre, ha riscosso un notevole successo, sia in termini di partecipazione artistica, sia per l’affluenza di visitatori. Palazzo “Lembo”, storico edificio dichiarato “Meraviglia Italiana” dal Ministero della Cultura, ha confermato la sua importanza come location espositiva, offrendo un ambiente che esprime la bellezza senza tempo, lontana dalla frenesia dei tempi moderni.

La Biennale ha rappresentato una concreta occasione di cambiamento e di rinascita per il paese, che, sebbene confrontato con il fenomeno dello spopolamento che caratterizza le aree interne, continua a promuovere iniziative culturali come strumento di speranza. Questi eventi sono fondamentali per stimolare la voglia di restare, per costruire una comunità che non si arrende, ma che, al contrario, cerca di riordinare le idee e guardare al futuro con ottimismo. La Biennale è quindi un simbolo di resilienza e di speranza per una vita che possa tornare a sorridere ogni giorno, lontana dalla frenesia del vivere quotidiano.

Durante la cerimonia di apertura, il parroco Don Michele ha benedetto l’evento e si è soffermato sul concetto di speranza, sottolineando che “vedere un paese di poche anime tornare a far festa per un evento culturale, è dettato dalla voglia di continuare a sperare”. Le sue parole hanno ispirato il giornalista Maurizio Varriano a citare una poesia di Pablo Neruda, dal titolo emblematico “Speranza”, che racchiude il senso di questa iniziativa. “Ti saluto, Speranza, tu che vieni da lontano inonda con il tuo canto i tristi cuori… e un’aurora radiante con i suoi bei colori annuncerà alle anime che l’amore è venuto,” recita il verso che ha toccato il cuore di tutti i presenti.

L’assessore regionale al turismo, prof. Felice Casucci, ha parlato dell’importanza dell’aggregazione e della condivisione come forza vitale per ridare dignità ai luoghi e alle identità che rischiano di essere dimenticate. “Necessita lavorare di concerto per donar bellezza, poiché solo essa potrà tornar utile per sperare in un nuovo rinascimento,” ha dichiarato con saggezza.

Anche Gennaro Petrecca, noto gallerista e membro dell’associazione Dimore Storiche d’Italia, ha ribadito come l’arte sia l’unica arma in grado di riportarci al dialogo e alla riscoperta dei luoghi, dei volti e delle storie che altrimenti verrebbero perduti. Con un messaggio registrato da Francoforte, Petrecca ha celebrato l’arte come il linguaggio universale che ci unisce.

La giuria, composta da esperti del settore come Saverio Simi De Burgis, Rosella Del Prete e Enzo Palma, ha selezionato i vincitori delle diverse sezioni, tra cui l’estemporanea e le opere da studio. Per la sezione estemporanea, i premi sono andati a Santucci Petretti (primo), Francesco Costanzo (secondo) e Concetta Daidone (terza), mentre per le opere da studio i vincitori sono stati Franco Susta, Antonio Mazziale e Gianni Maglio, con una menzione speciale per Antonio Civitarese.

L’evento ha ricevuto anche l’apprezzamento di Antonio Pecchia, rappresentante di Enel, che ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per il successo di iniziative culturali di questo tipo.

La serata è stata aperta dalla musica della premiata Banda di Lanciano, che ha intonato l’Inno di Mameli, dando il via a un concerto che ha coinvolto e emozionato il pubblico. L’atmosfera è stata magica, come il sogno che si è realizzato attraverso questo evento, che ha riunito la comunità e gli amanti dell’arte in un momento di condivisione e speranza.

Le parole di Gianni Maroccolo, tratte dalla sua canzone “Se sento voci non rispondo,” sono sembrate particolarmente appropriate per questa occasione: “In un addio svanì la voce, scese nell’animo la pace. Ed è così che da quel dì, io sono seduto e fermo qui”. Restare è condividere, amare la bellezza è la forza di non morire mai. Baselice e la sua Biennale hanno vinto, e con la vittoria, hanno posto una domanda, trovando forse la risposta: la bellezza è il motore che fa continuare a sperare e a vivere.

La XXV Biennale di Pittura a Baselice è stata un successo, non solo per la qualità delle opere presentate, ma anche per il messaggio di speranza che ha saputo trasmettere. La bellezza, l’arte e la cultura sono la chiave per resistere e per guardare al futuro con fiducia. Baselice, con la sua Biennale, ha vinto questa sfida, dimostrando che la cultura può davvero fare la differenza e che, alla fine, la speranza non si spegne mai.

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