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Liste di attesa, la lettera: ‘Quasi un anno per una visita necessaria, la vergogna silenziosa della sanità italiana’

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata alla nostra redazione dal collega sannita Claudio Donato:
“Mio padre è malato. Non di un’influenza passeggera, ma di una malattia seria, che richiede cure tempestive, controlli costanti, interventi rapidi. Eppure, per una semplice prenotazione — una visita necessaria, non un capriccio — il sistema sanitario pubblico gli ha riservato una data: tra quasi un anno.
Sì, quasi un anno. Circa dodici mesi di attesa per qualcosa che, per definizione, non può attendere. Quasi dodici mesi in cui la malattia può avanzare, peggiorare, trasformarsi. Mesi che potrebbero fare la differenza tra una speranza e una condanna.
Questo non è un caso isolato. È lo specchio fedele dello stato pietoso in cui versa la sanità italiana: sottofinanziata, mal gestita, dimenticata dai piani alti della politica. Gli slogan sull’“eccellenza del nostro sistema sanitario” suonano come stanchi, medici allo stremo, famiglie disperate.
Cosa resta della sanità pubblica se non riesce più a garantire il diritto fondamentale alla cura? Se la malattia diventa una lotteria in cui vince solo chi può permettersi il privato?
Io non ci sto. E come me, non dovrebbe starci nessuno. Questa non è solo una storia personale, è una denuncia che riguarda tutti. Perché la salute non è un privilegio. È un diritto. E noi lo stiamo perdendo, giorno dopo giorno, nel silenzio”.