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CULTURA

Obiettivo T, debutto ad alto gradimento

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Nell’appena trascorso fine settimana la Stagione invernale di Obiettivo T 2011-2012, curata dalla Solot Compagnia Stabile di Benevento e sostenuta dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento, è stata inaugurata da “La Mandragolacarpazica” di Niccolò Macchiavelli, una produzione tutta della Solot che ha visto impegnati in scena sette attori tra questi i nostri Antonio Intorcia, Michelangelo Fetto e Francesca De Nicolais.

Si è trattato di un libero riadattamento del testo ad opera di Francesco Cossu che presta il fianco a due chiavi di lettura: da un lato il pensiero del Machiavelli che, lungi dall’essere circoscritto al noto brocardo “il fine giustifica i mezzi“, si espande analizzando la psicologia dell’uomo in tutte le sue sfaccettature; dall’altro il motore stesso della commedia che, lungi dall’essere un mero espediente drammaturgico, si pone quale vero asse portante della storia e, mai come oggi, a noi così vicino : “Cosa non farebbe un uomo per avere dei figli?” Una versione partenopea, intessuta di pozioni magiche, intrighi amorosi e desideri nascosti per raccontare una storia universale: l’uomo per ottenere ciò che vuole è pronto a utilizzare biechi espedienti, conservando però intatta la capacità di giustificarsi dei misfatti compiuti. Il ricco Callimaco è innamorato di Lucrezia, moglie fedele di Messer Nicia. Con l’aiuto dell’astuto amico Ligurio e travestito da medico, Callimaco convince Nicia che l’unico modo per avere dei figli è quello di somministrare alla bella moglie una pozione a base di radice di mandragola ma con un ingrediente segreto. Il primo uomo che giacerà con lei però, morirà. Inganni, falsità, bugie e corruzione in uno spettacolo costruito interamente intorno alla caratterizzazione.

In scena – continua la nota diffusa alla stampa – troneggia una gigantesca mandragola pianta tentacolare scelta, dalla scenografa Daniela Donatiello, come elemento giustamente portante della costruzione di tutti gli eventi in palcoscenico, attraverso la trasformazione della pianta d’orata la trama si evolve e diventa inganno, speranza di ricchezza e di amore. La realtà della vita che il teatro fa sua attraverso gli attori: Michelangelo Fetto (messer Nicia) ironico e convincente, Tonino Intorcia (Callimaco) donnaiolo disincantato e affascinante, Rosario Giglio (Ligurio) impegnato imbroglione senza coscienza, Pino Carbone (fra Timoteo) frate senza scrupoli, Lisa Falzarano (Lucrezia) attraente giovane moglie, Loretta Palo (Sostrata madre di Lucrezia) quanto mai concreta e persuasiva e Francesca De Nicolais filo conduttore dello spettacolo a volte coscienza, a volte pensiero fisico degli stessi protagonisti, che attrae per la sua fisicità fanciullesca e la sua forte espressività. Guida efficace è stata sicuramente la regia di Rosario Giglio che fotografa attraverso momenti diversi l’anima dei personaggi, lo smarrimento umano davanti ai problemi della vita, la miseria più profonda e la ricchezza che non appaga. Il pentolone che troneggia in scena durante la creazione della pozione della fertilità sembra quasi la preparazione di una ricetta che faccia raggiungere all’uomo la felicità tanto desiderata.

Pietre. Veleni. Inganni. La realtà fatta di compromessi che la coscienza umana giustifica con ogni mezzo. In conclusione non si respira sfiducia o pessimismo ma solo desiderio di ottenere compiacimento, scopo di vita. Così ogni personaggio trova il suo spazio, il suo equilibrio la sua vera identità e accettazione dell’essere.
Si ritorna in scena il giorno dell’Epifania, conclusione con “Romeo e Giulietta non sono morti”, al Mulino Pacifico, ore 20.30.

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