CRONACA
Rione Ferrovia, la lettera: ‘Il cassonetto Caritas serve ancora? Via XXV luglio una discarica, rifiuti e indumenti sparsi in strada’

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“Quel marciapiede di via XXV luglio, al Rione Ferrovia di Benevento, è uno schifo, una discarica a cielo aperto. Si intervenga presto e si trovi una soluzione per i cassonetti gialli della Caritas, ciclicamente ‘saccheggiati’ da sconosciuti con gli abiti usati abbandonati poi in strada”. Inizia così la lettera inviata a Ntr24 da alcuni residenti della zona, stanchi di vedere scene di degrado in un’area non solo trafficata ma anche al centro di importanti interventi di riqualificazione per l’ammodernamento della stazione ferroviaria centrale.
“Non sappiamo quanto questi cassonetti possano realmente aiutare gli indigenti della nostra città. Qualche dubbio ci sorge – scrivono – nel vedere che vengano periodicamente vandalizzati: evidentemente qualcuno si arrampica e, dopo aver forzato il bocchettone di apertura, li svuota selezionando indumenti di loro gradimento e sparpagliando su marciapiedi e strada cumuli di abiti usati e magari non graditi. Una procedura, questa, molto diffusa che di fatto rende in molti casi inutile la presenza di questi oggetti che, volendo sorvolare, sono anche antiestetici.
Non solo: oltre agli indumenti ‘scartati’ che purtroppo molto spesso vengono abbandonati a terra da persone bisognose ma incivili, questi famosi cassonetti gialli sono sempre più spesso presi di mira per lasciare indisturbati sacchi neri – anche piuttosto grandi – di immondizia, naturalmente indifferenziata.
Pur conoscendo e rispettando la nobile causa per la quale sono stati installati in città, chiediamo a Caritas, Comune e Asia di vigilare e risolvere la questione che crea disagio e degrado nella zona. Ricordiamo che, oltre alla presenza di molte unità abitative, la strada – che è un collegamento principale tra la stazione ferroviaria e il resto della città – è anche molto frequentata per la presenza di stabilimenti industriali, attività commerciali, il Consorzio Agrario, la sede dell’Inapp e il Centro per l’Impiego della Provincia. A questo punto una domanda nasce spontanea: non esiste un altro metodo per raccogliere abiti usati per gli indigenti, magari implementando i punti raccolta delle parrocchie ed evitando così di inzozzare la nostra città?”, conclude la missiva dei residenti.