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Sindacati

Riabilitazione in Campania: budget aumentati ai privati e liste di attesa ferme al palo

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“La Delibera della Giunta Regionale n. 349 del 7 Luglio 2022 ha definito i limiti prestazionali e di spesa per gli anni 2022 e 2023 afferenti la macroarea della riabilitazione ex art. 26. Si tratta di una delibera che, senza esprimere giudizi, dice con chiarezza alcune cose”. Così in una nota la Fp Cgil.

“Non è vero che i tetti di spesa sono stati ridotti rispetto al pregresso – spiega -, come sostenuto da alcuni imprenditori del settore, anzi: in riferimento al 2021, sono aumentati del 5,17% nel 2022 e del 4,94% nel 2023 il che significa ancora più spazio al privato! alcuni territori (Avellino, Caserta, Salerno) vedono un forte aumento dei limiti complessivi di spesa; nei territori delle ASL Napoli 2 e Napoli 3 vengono fortemente ridotti i limiti di spesa in riferimento alle prestazioni residenziali e semi residenziali.

In tale contesto negativo di ulteriore ricorso al privato per le prestazioni  riabilitative – aggiunge la nota -, la FP CGIL CAMPANIA attribuisce un valore positivo alla spinta che la Regione chiede sulle prestazioni ambulatoriali “piccolo gruppo” dato atto che le stesse, se utilizzate per neutralizzare le inappropriatezze, possono consentire un miglioramento delle liste di attesa che, oramai, in alcuni settori, arrivano a 2 anni per le prestazioni urgenti ed a 3 anni per quelle non urgenti: un vero e proprio dramma! Nelle pratiche riabilitative il tempo è il fattore più importante per il recupero delle funzionalità. Sulle liste d’attesa, peraltro, l’ulteriore piaga è rappresentata dalla totale assenza di trasparenza rispetto alla quale la FP CGIL CAMPANIA continua a richiedere l’attivazione di una centrale unica di prenotazione.

La FP CGIL – conclude – continuerà la sua azione di verifica della attuazione della Delibera con una serie di richieste alle Asl competenti per territorio insieme al contrasto al dumping contrattuale nel settore ed alla tutela dei diritti delle lavoratrici  dei lavoratori il cui rispetto è la prima garanzia per un servizio sanitario pubblico rispettoso della dignità dei pazienti”.

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