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‘Nostro figlio adolescente beve, fuma e non rispetta le regole. Come gestire la situazione?’

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Gentile dottoressa,
siamo due genitori preoccupati. Abbiamo cresciuto il nostro unico figlio provando a dare educazione, esempio, rispetto delle regole. Abbiamo lavorato tanto e insieme. Oggi, con l’arrivo dell’adolescenza, ci ritroviamo ad affrontare comportamenti trasgressivi e non riusciamo più a gestire la situazione. Ci siamo accorti che nostro figlio esce con gli amici e beve tendenzialmente per ubriacarsi, a volte marina la scuola, fuma, dice bugie legate a dove si va e con chi, non rispetta gli orari di rientro, ha diverse pretese. Abbiamo l’impressione che si stia isolando e abbia deciso di interrompere quel rapporto di complicità, di ascolto e di partecipazione alla vita familiare che ha avuto fino ad oggi. Ci dia una mano a capire e a gestire una situazione che non ci fa dormire la notte. Abbiamo provato ad intervenire prima con le buone e poi con fermezza, ma il risultato è stato quello di generare altra tensione, stress e un clima piuttosto pesante in casa. Certi di una sua risposta, la ringraziamo.

Cari genitori,
accolgo le vostre emozioni empaticamente e vi ringrazio per la fiducia. Quello che sollevate è uno dei problemi che più disorienta e allarma i genitori da sempre, poiché questi si sentono impotenti di fronte ai cambiamenti fisiologici e comportamentali dei figli che si affacciano all’adolescenza.


Molti cercano e invocano aiuto perché non possono monitorarli fuori casa quando sono più esposti alle variabili ambientali esterne e, proprio per questo, più liberi di esprimere sé in un contesto meno protetto e sicuro. Sicuramente, come ho sempre premesso nelle mie lettere, le situazioni non sono tutte equiparabili e non sono tutte uguali, seppur si possa diagnosticare un comune disturbo ad un gruppo di adolescenti, in un preciso periodo storico e sociale. Il lavoro di analisi e sviluppo clinico è sempre individualizzato.

Mi rendo conto che il lavoro educativo sull’adolescente da parte della famiglia è impegnativo in termini di risorse. Gli adolescenti, anche i preadolescenti, richiedono le attenzioni di un bambino con una mentalità evoluta, ossia, le richieste, di varia natura, sono pressocché le stesse ma di ordine cognitivo e intellettivo più elevato. Tuttavia, se prendiamo in considerazione le indicazioni dell’O.M.S. SI SCONSIGLIA VIVAMENTE L’ASSUNZIONE E L’UTILIZZO DI BEVANDE ALCOLICHE AL DI SOTTO DEI 18 ANNI.

Si può comprendere facilmente come mai negli ultimi anni si è IMPOSTO di punire e sanzionare severamente e maggiormente chi vende alcolici ai minori di 18. L’alcol viene metabolizzato dopo i 18 anni, ma anche qui è un fatto relativo al peso e alla massa, magra e grassa, del singolo individuo ormai maggiorenne. L’emergenza tra i giovanissimi si evidenzia con una tendenza sempre maggiore di ragazze consumatrici, quasi quanto i ragazzi, e con l’abbassamento dell’età di un primo accostamento ad alcol, fumo e sostanze. Il fenomeno è di rilevanza sociale ormai. Le ragazze ritengono che i comportamenti trasgressivi le rendano più interessanti e disinibite agli occhi dell’altro sesso, i ragazzi, invece, li vedono inizialmente come atti di “compagnia”, di “aggregazione”, parte di uno stare insieme, solidarietà, in sintesi i ragazzi trasgrediscono le regole per non sentirsi esclusi socialmente.

I comportamenti devianti, dunque, sono da considerarsi parte di una struttura di personalità in via di definizione, ma vanno considerati in questa fase aspetti multidimensionali dei tratti, e aspetti sociali importanti come i modelli imitativi contestuali. A 14 anni poi, il desiderio di provare “il nuovo”, di fare nuove esperienze, si accompagna al desiderio di affermazione nel gruppo dei pari. Bere, fumare, marinare la scuola, opporsi alle regole e chiudersi hanno un comun denominatore: un’identità in trasformazione. Questa identità fragile che trasgredisce inevitabilmente le regole in una fase critica della crescita, tra la transizione e la frustrazione.

Il mio primo consiglio, in risposta alla vostra richiesta, è di provare ad avere un dialogo costruttivo e parlarne in casa, provando ad ascoltare in maniera profonda e non giudicante vostro figlio. Qualora dovessero sussistere le difficoltà sarebbe auspicabile un confronto diretto con un professionista esperto in età evolutiva e adolescenziale. Fermo restando che l’intervento migliore, a mio avviso, resta quello che integra e coinvolge tutti gli attori, attraverso campagne di prevenzione istituzionali, parent training genitoriale e interventi mirati sul singolo ragazzo. Che questo possa essere per voi uno spunto di riflessione e l’inizio di un ‘percorso’ di cambiamento e rinnovamento da fare INSIEME. Per ulteriori approfondimenti, resto a disposizione.

Dott.ssa Melania Catillo
Per un consulto o ulteriori info: email melaniacatillo@gmail.com
Telefono: 3201988263

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