Comune di Benevento
Benevento ha il Puc: ora si tratta solo di spiegare cos’è…

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E’ più che lecita la soddisfazione della maggioranza che governa la città, nella giornata dell’agognato ‘sì’ al Piano Urbanistico Comunale di Benevento. Parla di ‘momento storico’, ed in effetti, a trent’anni di distanza dal precedente Piano Regolatore, è proprio il lasso di tempo intercorso ad autorizzare l’euforia.
L’approvazione è venuta dopo una maratona in Consiglio durata varie sedute e senza alcun sostegno da parte della minoranza. Non un dato civico esaltante, perché la discussione su temi di interesse pubblico diffuso dovrebbe favorire la convergenza degli opposti. Maggioranza ed opposizione se ne sono dette di tutti i colori, invece.
Ci sono volute un paio di consiliature perché il Puc vedesse la luce, proprio in dirittura d’arrivo sulle ferie estive. Insomma, un compito portato a termine a tappe forzate giusto prima delle vacanze, come talora accade in Parlamento quando si tratta di approvare le norma ad personam del premier, e senza alcun elemento che, neppure di striscio, assomigli ad una fase di concertazione. E se non proprio tale, perché sottoporre al vaglio dell’elettorato qualcosa che si vuole fortemente condurre in porto può generare indesiderati intoppi, senza un’adeguata pubblicità.
Perché l’opinione pubblica ha letto e sentito discussioni e commenti di varia caratura tecnica, in grado certo di allontanare e non attrarre l’uditorio.
Il Puc è (dovrebbe essere) uno strumento che coniuga filosofia dell’abitare e del ben essere all’interno di un nucleo urbano nel pieno rispetto di tante sensibilità: da quella ambientale a quella urbanistica, estremi di un percorso lastricato di vivibilità. Non è (non dovrebbe essere) uno strumento al servizio degli appetiti edilizi, in questa formula volendo comprendere un po’ tutto: dagli interessi personali a quelli professionali, a quelli corporativi aziendali.
Qual è il disegno della ‘nuova’ Benevento non lo sappiamo: perché non siamo architetti né politici, ma cittadini. Cioè, gli utilizzatori finali. In questo caso, però, i più importanti. Ed i meno edotti.