Scuola
Professore ucciso in Francia, la lettera di 36 docenti del liceo “Giannone”

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“Il brutale assassinio di Samuel Paty, l’insegnante decapitato venerdì a Conflans, in Francia, dopo aver svolto una lezione di educazione civica, nel corso della quale aveva mostrato delle vignette satiriche, ha sconvolto il mondo intero e riproposto di nuovo il tema della libertà d’espressione e d’insegnamento. Occorre sottolineare che il giovane ceceno, autore del tragico gesto, aveva trovato proprio in seno a quella terra, di cui tanto ha disprezzato i valori, accoglienza e rifugio”. Lo scrivono in una lettera 36 docenti del Liceo Classico “Pietro Giannone” di Benevento come atto di solidarietà per il docente ucciso barbaramente in Francia.
“Nel terzo millennio – spiegano – eventi simili costituiscono una ferita che si rinnova e che mostra, nel contempo, la fragilità di un sistema in cui, assurdamente, ancora fonte di pericolo sono la manifestazione del pensiero e la difesa dei diritti fondamentali dell’essere umano. Il nostro Liceo, non a caso intitolato alla figura di Pietro Giannone, vittima dell’intolleranza e della persecuzione religiosa, costretto all’esilio, al carcere e all’abiura per le proprie posizioni, attraversate dagli ideali illuministici della laicità, non può rimanere indifferente a quanto accaduto ai nostri amici d’oltralpe cui ci lega una comunanza di tradizioni e di riferimenti culturali e ai quali esprimiamo, commossi e solidali, la nostra vicinanza.
C’è una lunga e drammatica linea, rossa del sangue di numerose vittime, nella storia anche recente di una nazione, patria dell’Illuminismo, che – sottolineano – ha fatto della laicità e del pluralismo i valori fondanti della propria vita civile. Gli attentati di Tolosa e di Montauban del 2012, fino a quello di Strasburgo del 2018, passando, a Parigi, per il più noto del 2015 alla sede di Charlie Hebdo e nel novembre dello stesso anno al teatro Bataclan, hanno lasciato un segno profondo nel tessuto sociale della Francia ma non hanno scalfito le fondamenta della sua civiltà giuridica né spento la resistenza dei Francesi a ogni forma di attacco alle loro libertà fondamentali. Proprio quegli ideali democratici facevano dire a Voltaire nel Trattato sulla tolleranza: “Il diritto dell’intolleranza è assurdo e barbaro; è il diritto delle tigri; anzi, è più orribile, perché le tigri non sbranano che per mangiare, mentre noi ci siamo sterminati per dei paragrafi”. E se la scuola presso cui Samuel Paty, vittima dell’aggressione fanatica, non mostra nel suo sito un accenno alla drammatica vicenda che la vede protagonista, lo Stato francese, nella persona del Presidente Emmanuel Macron, ha conferito la Legion d’Onore al professore vittima dell’aggressione.
Nel ribadire con fermezza la nostra adesione ai capisaldi della civiltà europea, fondata sullo Stato di diritto, sul rispetto della democrazia e sulla tutela delle libertà individuali e collettive che costituiscono il comune “patrimonio costituzionale” – concludono -, riprendiamo e rilanciamo la speranza di un grande testimone delle battaglie civili del nostro passato recente, Lelio Basso, padre costituente, che, nel suo ultimo discorso in Parlamento nel 1978, si chiedeva se fosse utopia lottare per “preparare un’umanità in cui essere cattolici o protestanti, cristiani o ebrei, musulmani o buddisti, credenti o atei non dovesse più costituire per nessuno né motivo di persecuzione, né titolo di privilegio.”