POLITICA
Referendum, la vittoria dei molti padri nel Sannio
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La vittoria ha molti padri. Naturalmente anche qui in provincia di Benevento. I dati numerici dei referendum sono risaputi: affluenza oltre la soglia del quorum pure nel Sannio (al di sotto del valore nazionale, però), in linea con la media nazionale in città, oltre un eccellente livello di partecipazione (il 60%) in quattro comuni, addirittura.
Le dichiarazioni a commento sono leggibili, sul nostro come su tanti altri siti di informazione e, domani, sui quotidiani con la cronaca locale.
E qui si ritorna al punto di partenza: vittoria e padri.
Un solo partito, invero, si è fatto promotore in quanto tale dei referendum, l’Italia dei Valori, il cui interesse era certo rivolto più al legittimo impedimento (quello con un’eco decisamente più politica) che altro: ma ciò non toglie che i dipietristi si siano schierati sin dalla prima ora, ed abbiano avuto tanti contro (“la demonizzazione” e così via…). Il resto, della marea partitica, è venuto dopo. A ruota in particolare della società civile organizzatasi in mille modi e attraverso tante forme d’aggregazione.
E dunque, se un vincitore c’è questo è il cittadino che ha prestato attento ascolto alla proposta del cittadino organizzato: le istanze della democrazia diretta su temi socialmente impegnativi e politicamente schierati sono state accolte dalle urne e di queste la politica anche locale non può non tenerne conto. Senza porre cappelli sulla testa: si pensi, per esempio, che la presa di posizione ufficiale del sindaco Pepe è datata 10 giugno. Tre giorni prima del voto…
La somma delle preferenze accordate a Benevento, sempre per esempio, ai quattro quesiti referendari non corrisponde affatto alla somma degli schieramenti che hanno deciso di esporsi in maniera aperta (prima o, molto, dopo). Perciò i commenti politici di queste ore hanno un che di artificioso. E’ infatti quella chimera che risponde al nome di ‘società civile’ che è scesa in campo, materializzandosi in tutta la sua valenza, per sopperire ad un ovvio disimpegno dei grandi collettori di voti il cui impegno si è esaurito con le amministrative e le cariche conquistate.
Una società civile vilipesa dalla politica in salsa nostrana, dalle sue scelte, dai suoi indirizzi; utilizzata solo come serbatoio di preferenze; ora riscoperta nei commenti. Una società, invece, davvero ‘civile’ nel non sottolineare l’utilitarismo di certe dichiarazioni.