Scuola
Scuola dell’obbligo dai 3 ai 18 anni, nuove proposte per Palazzo Chigi

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Uno degli obbiettivi più importanti per il Governo italiano è l’innalzamento dell’età per la scuola dell’obbligo.
Ad oggi l’età massima per la frequentazione obbligatoria della scuola è fino ai 16 anni ma si vorrebbe portare a Palazzo Chigi la proposta per l’aumento delle fasce di età: sia per l’inizio del percorso di istruzione a 3 anni e sia l’obbligo di andare a scuola fino ai 18 anni.
Da dove viene l’idea dell’ampliamento della fascia di età?
La proposta di legge per far si che i bambini iniziano ad andare obbligatoriamente a scuola a partire dai 3 anni e non dai 6 e concludere il percorso di studi a 18 anni e non più a 16 sta spaccando a metà l’opinione pubblica.
Come si evince dall’articolo di Lettoquotidiano.it, la proposta è stata già presentata a Palazzo Chigi ma non si avrebbero manovra delle novità in merito alla decisione.
Questo potenziamento scolastico seguirebbe il modello francese, stato che insieme a quello italiano avrebbero il tasso più alto di frequenze scolastiche. Al primo posto la Francia con il 97% di frequenza scolastica e subito dopo l’Italia con il 93%.
Quale sarebbe quindi la motivazione che spingerebbe il governo a voler cambiare l’età per la scuola dell’obbligo?
Una delle motivazioni principali sarebbe quella di poter permettere ai genitori di rientrare a lavoro nel più breve tempo possibile dopo la nascita di un figlio e non costringere così le madri a dover rinunciare al loro impiego o nel peggiore dei casi a perderlo.
Quali sarebbero i cambiamenti?
Il Premier Giuseppe Conte è stato presente durante la discussione della proposta arrivata dal Leu a Palazzo Chigi e sembrerebbe essere favorevole ad anticipare la scuola d’obbligo già per i bambini che hanno compiuti i 3 anni.
Se questa legge venisse approvata ci sarebbero grossi cambiamenti e vantaggi per i giovani italiani.
In primis, per tutti quei genitori lavoratori che non possono permettersi di lasciare il lavoro per un lungo periodo oppure che rischiano addirittura di perdere il proprio lavoro perché in maternità è necessario poter aumentare gli asili e in questo modo aumenterebbero anche i posti di lavoro.
Il secondo vantaggio è quello di far crescere il nostro Paese e garantire ai giovani più istruzione e far si che non scappino all’estero per proseguire il loro percorso universitario.
“Sono molto soddisfatta, era il primo tavolo su scuola, università e ricerca, a dimostrazione di quanto il governo tenga a questi temi. I punti programmatici che vanno valorizzati immediatamente sono gli insegnanti di sostegno”. Queste le parole della ministra della Scuola, Lucia Azzolina.
Infine, le sue parole vanno anche per i vari concorsi pubblici che vengono emanati, ha richiesto più organizzazione in merito ad essi per evitare che a inizio settembre il numero dei precari raggiunga picchi incontenibili e irrecuperabili.
La ministra si dichiara soddisfatta anche per il clima sereno e positivo che si è andato a creare intorno al tavolo del consiglio e soprattutto si sono dimostrati tutti molto operativi e interessati per quanto riguarda tutte facce dell’istruzione.