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CULTURA

Giordano: ‘Critiche al Festival? Fascismo intellettuale, non sono detentori di emozioni’

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    Il direttore artistico di ‘Benevento Città Spettacolo’, Renato Giordano, replica alle polemiche sollevate nei giorni scorsi sul programma e sugli ospiti dello storico festival culturale cittadino. E lo fa intervenendo su Ntr24 nell’ultima puntata de ‘Lo Scacchiere’, il format di approfondimento politico condotto dal giornalista de ‘Il Sannio Quotidiano’, Antonio Tretola.

    “Sono cambiati i tempi – afferma Giordano -. Non so come fa una certa intellighenzia a non capire. Forse, vogliono rimanere fermi sulle loro posizioni”.

    E a quanti gli chiedono se è possibile e giusto mettere insieme le letture di Leopardi con la musica dei Cugini di Campagna, il direttore artistico spiega: “Certo che si possono mettere insieme. Sicuramente un mio amico si emozionerà con Leopardi e un altro lo farà ascoltando ‘Anima mia’, ricordando il suo primo bacio. Perché dobbiamo essere detentori delle emozioni? Mi sembra una dittatura culturale, un fascismo intellettuale il doversi emozionare per forza con una composizione di Rachmaninov. Visto che io utilizzo fondi pubblici, devo assolutamente accontentare tutti i cittadini che pagano le tasse e vogliono divertirsi”.

    Da qui la stoccata alle passate amministrazioni: “Ho letto che si spendevano 35mila euro per un quartetto d’archi che attirava 100 persone in sala. Quando io spendo queste cifre, voglio 10mila persone in strada per far contenti anche i commercianti. Provate a chiedere agli esercenti quanto incassano ora e quanto incassavano quando facevano ‘Aspettando Godot’ al Teatro Comunale con 300 invitati”.

    E conclude: “Chi dice di dover bloccare il Festival o di cambiargli il nome, sbaglia e dimostra di non capire niente di ‘show business’ e cultura. Bisogna insistere per far sì che una cosa resti e diventi. Città Spettacolo deve andare avanti”.

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