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CULTURA

Il “Giardino del Mago” chiuso da mesi: la riflessione sul turismo che deve crescere e far squadra

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La soddisfazione per aver scoperto Benevento e il suo patrimonio culturale e, al tempo stesso, la delusione per non essere potuti entrare a visitare il “Giardino del Mago” di Dalisi, all’interno di Palazzo Casiello a piazza Santa Sofia. L’episodio, raccontato alla nostra redazione da alcuni turisti giunti a Benevento per le feste di Pasqua, impone una riflessione condivisa.

Il fatto è banale: i visitatori hanno acquistato il biglietto del Museo del Sannio che comprende l’ingresso a più collezioni, tra le quali anche il giardino, ma poi hanno scoperto che non potevano entrare nel parco. Una delusione accentuata dal fatto che le persone che giungono a Benevento per visitarla non vengono per caso. Chi decide di raggiungere la nostra città, fuori dagli itinerari turistici più importanti della regione, lo fa con cognizione di causa sapendo già cosa li attende e, dunque, aspettando di vederlo. Per inciso, le opere sono tutelate e visibili, anche se decontestualizzate, all’interno del museo.

Da questa considerazione parte la necessità di riflettere in merito alle aspirazioni turistiche della città e, soprattutto, sull’offerta culturale. In primis, va sottolineato il motivo della chiusura del giardino che non è visitabile in attesa di una pulizia del verde. Il parco, fanno sapere dalla Provincia, rientra nei beni di proprietà e la Rocca non ha ancora approvato il Piano per la forestazione – dovrebbe avvenire venerdì prossimo – e quindi non si può accedere. Stesso discorso per il Chiostro di Santa Sofia che è aperto, ma attende un intervento specializzato.

A questa situazione si aggiunge la cronica mancanza di fondi e di personale che caratterizza l’Ente di piazza Castello dalla – ormai famosa – riforma Delrio. Se prima infatti erano più di 20 gli addetti al Museo del Sannio, ora si possono contare sul palmo di una mano. Di conseguenza, aprire tutte le sale contemporaneamente risulterebbe proibitivo, nonostante l’egregio lavoro della cooperativa che gestisce il bookshop e garantisce anche un punto di informazione importante per i visitatori.

Nel frattempo, però, le persone arrivano nel Sannio. Lo dice la Provincia con diverse note ed anche il direttore del Teatro Romano, Ferdinando Creta, conferma con i suoi numeri. Che siano turisti stranieri o italiani, visitatori o sanniti con la colazione a sacco conta, davvero, poco in questo ragionamento. Il discorso attiene ai feedback che la visita in città restituisce e cosa la nostra offerta può garantire. Qui rientra il percorso che Rocca, Comune, Curia ed altri Enti stanno portando avanti con l’accordo di valorizzazione del sistema museale cittadino. Patto che rappresenta, come già detto, solo il primo passo.

Oltre al biglietto unico e al cartellone degli eventi condiviso, la necessità è quella di programmare in maniera seria e concreta le azioni da mettere in campo. Ad esempio la segnaletica per indirizzare i visitatori verso i siti, che manca da sempre, e non a caso è un’altra segnalazione che abbiamo raccolto dopo il boom di Pasqua e del 25 aprile. Un passo più complicato, ancora, è quello della gestione dell’intero sistema che deve essere all’altezza delle aspettative di chi arriva e ancor di più del patrimonio che rappresenta e valorizza. A questo si aggiunge una burocrazia infinita che imbriglia gli enti e i ‘volenterosi’, ma anche la mancanza cronica di fondi che stoppa iniziative.

La reale potenzialità dell’accordo di valorizzazione del sistema museale va proprio in questo senso. La mano pubblica, però, non possiede la bacchetta magica: deve fare il suo lavoro cominciando dall’organizzazione ed agendo sul piano istituzionale favorendo i collegamenti del capoluogo del Sannio, ma quella privata non può tirarsi indietro.

In una recente indagine, abbiamo parlato di un mancato decollo dell’economia del turismo. E’ un po’ come il concetto di circolo virtuoso: se ognuno fa la sua parte il turismo nel Sannio avrà una chance. Se, invece, non si lavorerà in sinergia e in maniera scientifica le aspirazioni resteranno tali e nemmeno il mago del giardino di Dalisi potrà farci molto.

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