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Medio Calore

Apollosa, il Comitato “Difendiamo l’acqua pubblica”: “No al passaggio con Gesesa”

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“Il 15 marzo scorso, con 56 giorni di ritardo rispetto ai trenta previsti dal “Regolamento comunale per la disciplina del Referendum”, la Commissione dei Garanti per il Referendum ha giudicato non ammissibile il quesito referendario che avevamo proposto per impedire, attraverso il voto popolare, l’ingresso del Comune di Apollosa nel sistema Gesesa. La motivazione con cui la Commissione ha respinto la nostra proposta referendaria è che, in base alla Legge regionale n.15 del 2015, il Comune non avrebbe la competenza esclusiva di poter decidere a chi affidare il proprio servizio idrico integrato”. Così in una nota Comitato Civico “Difendiamo l’acqua pubblica Apollosa”.

“Abbiamo usato il condizionale – prosegue il Comitato -, “avrebbe”, perché se quanto affermato dalla Commissione è vero in teoria, non lo è affatto nella pratica. Infatti, la Legge regionale, approvata nel 2015, recependo dalla legislazione nazionale il principio dell’unicità della gestione, ha stabilito che sia un unico ente, il famoso E.I.C. (Ente Idrico Campano), e non più i singoli Comuni, a decidere a chi affidare la gestione del servizio idrico integrato nei cinque ambiti distrettuali in cui è stato suddiviso l’ATO campano (Ambito Territoriale Ottimale). Questo dice la legge. Il problema è che, fino ad ora, tutto questo è rimasto sulla carta. L’ Ente Idrico Campano è stato istituito. Sono stati “faticosamente” nominati i vertici (Presidente, Direttore generale, ecc…), ma il nuovo sistema non è ancora operativo. E non si sa quando lo sarà. Gli esperti dicono “a breve”. Ma intanto, per ragioni misteriose, tutto è rimasto com’era. Ovvero, i Comuni, che fanno parte obbligatoriamente del nuovo Ente, hanno ancora la possibilità di decidere in proprio cosa fare e con chi. Chi lo dice? Non lo diciamo noi. Lo dice la stessa Commissione dei Garanti nelle righe conclusive del verbale redatto al termine della riunione: ‘Gli organi deliberanti dell’Ente Locale, quindi, non hanno nessuna competenza (esclusiva) nell’assumere determinazioni che incidano nella materia della gestione del servizio  idrico integrato…se non nel periodo transitorio che va dalla data di approvazione della l.R. n.15/2015 alla definitiva operatività del sistema organizzativo-gestionale definito da detta legge regionale’.

E allora? E allora ecco che il Consiglio comunale di Apollosa il 6 marzo 2018 – spiega la nota -, con i soli voti della maggioranza (i consiglieri di minoranza, ricorderete, uscirono per protesta dalla sala consiliare al momento del voto), deliberò il recesso dall’Alto Calore e diede mandato alla Giunta di avviare le procedure di ingresso in GESESA. ‘Un atto di responsabilità nei confronti della cittadinanza di Apollosa’, come ebbe a dire il Sindaco in quella famosa seduta consiliare? Facciamo fatica ad ammetterlo. I fatti accaduti e le decisioni  prese dal 2014 ad oggi, purtroppo, non autorizzano la fiducia. Uscire dal “carrozzone politico” Alto Calore per affidarsi a GESESA è la soluzione più facile, certo, ma non è e non sarà la meno dolorosa per i cittadini. Non solo perché, come l’attualità sta già dimostrando, le tariffe non resteranno invariate, com’è stato promesso. I cittadini di Apollosa pagheranno il servizio idrico sempre di più, anche in considerazione delle pessime condizioni in cui versa la nostra rete idrica, che abbisogna, lo sanno tutti, di urgenti, radicali e costosi interventi. Ma anche perché il passaggio a GESESA rafforzerà la posizione della società che fa capo al colosso ACEA e renderà sempre più concreta la possibilità che sia proprio GESESA la società a cui l’E.I.C. affiderà la gestione del servizio idrico integrato dell’Ambito distrettuale Calore-Irpino.

In pratica – attacca il Comitato -, la privatizzazione dell’acqua. GESESA però, al momento, non potrebbe neanche prendere parte alla gara prevista, perché per poterlo fare deve raggiungere la soglia minima del 25% della popolazione servita tra le due province di Benevento ed Avellino. Non le bastano gli attuali 22 Comuni sanniti già nella sua orbita. La società deve necessariamente attrarne altri. E’ per fare spazio ai nuovi Comuni che GESESA ha chiesto ed ottenuto che il principale azionista di minoranza, il Comune di Benevento, rinunciasse ad una parte delle proprie quote azionarie. GESESA ora ha 18 mesi di tempo per trovare nuovi azionisti. Capite cosa sta realmente accadendo? GESESA vuole allungare i suoi tentacoli sull’acqua e i Comuni le stanno dando una mano. E purtroppo il nostro è il primo in lista d’attesa. La bozza di convenzione è già pronta.

Ma non è ancora detta l’ultima parola – conclude la nota -. Possiamo ancora impedire che l’acqua da bene pubblico a disposizione di tutti si trasformi in merce per il profitto di pochi. Per farlo, però, è necessario l’impegno di tutti. Difendere la gestione pubblica dell’acqua, hanno ribadito pochi giorni fa Padre Alex Zanotelli ricordando le parole del Papa, significa difendere il diritto alla vita delle future generazioni. Non possiamo permettere che l’acqua finisca nelle mani dei privati, lasciando che divenga ‘un beneficio esclusivo di chi avrà i soldi per permettersela’. È quello che accadrà, purtroppo, se non reagiamo”.

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