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Io più forte di Te, Principe: “Si rispetti il diritto alla salute, si rispetti la sofferenza”

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“Parlare delle proprie cose può sembrare autoreferenziale. E forse, nella maggior parte dei casi, rischia di esserlo. Ma spesso, raccontare le proprie esperienze, può essere di esempio, utile a capire quanto delicati ed importanti siano certi argomenti e quanto, troppo spesso, vengono trattati con superficialità, arroganza, strumentalmente e/o con vera e propria ignoranza.”
E’ quanto dichiara in una nota Vittoria Principe dell’associazione “Io più forte di… Te“, mettendo in evidenza la necessità di rispettare il diritto alla salute e la sofferenza.”
“Avere diagnosi poco piacevoli nel campo della salute – continua Principe – vuol dire stravolgere la propria vita. Non essere più stessi. Non sapere a chi si appartiene. Vari sentimenti cominciano a caratterizzare la vita e ci si deve confrontare con cose e situazioni con cui mai ci si era confrontati. La paura, la voglia di lottare, lo sconforto, le diagnosi, la cosa giusta, quella sbagliata, gli affetti, il mondo, l’abbandono di una vita normale per un percorso obbligato, che non ti appartiene, ma dal quale non puoi sottrarti, inesorabilmente. E poi la voglia di vivere che prevale su tutto, la fede per chi ne ha e l’importanza di una sanità all’altezza.
Io ho avuto la fortuna di trovare sul mio cammino angeli, non medici: Antonio Febbraro, Rocco Recce, Alessandro Tarantino, Pier Carlo Gentile, Sara Allegretta, Edoardo Bellezza, Corrado De Lipsis, Silvano Imbriani e personale straordinariamente umano. La mia fortuna. La mia forza. La mia vita, dopo una diagnosi inziale di morte. Perchè racconto queste cose? Perché chiedere salute è un diritto e darla è un dovere di chi ci amministra a tutti i livelli senza colore, appartenenza, partiti…la salute è un diritto primario che incide sulla nostra vita quotidiana, senza remissione di pietà.
E’ un valore immenso, che non può essere barattato da nessuno, né strumentalizzato vergognosamente da lanzichenecchi dell’ultima ora, vogliosi solo di platea con tanto di riflettori e telecamere.
Ignoranti, arroganti, superficiali che parlano di salute con la precisa determinazione di farne un bonus politico, un presunto credito con gli elettori. Ma che non sanno minimamente cosa vuol dire sanità e buona qualità della stessa che viene ancora garantita, in molti casi, non per merito della politica e delle sue scelte, ma per la buona, indefessa e straordinaria professionalità di molti operatori sanitari, a più livelli, che fanno turni doppi turni, tripli turni per garantire assistenza a chi soffre.
Ed allora condanno e punto il dito con tutta la forza di essere, non giornalista, non impegnata in un dibattito socio politico, ma paziente oncologica, contro il teatro di nani e ballerine che si consuma in pubblici incontri dove si dovrebbe parlare di sanità e di diritti del nostro territorio ed invece si assiste a farse politiche, tra urla, battutacce da film di cassetta ed i soliti stucchevoli selfie.
Basta, non abbiamo bisogno di questi rappresentanti politici o di una buona parte di essi, indipendentemente da dove provengano. Basta. Si rispetti la salute ed i diritti che ne scaturiscono e se questi non sono conosciuti a lor signori, si rispetti la sofferenza”.