Cittadini
La lettera di un sannita, stagionale al Nord: ‘Sfruttato per 14 ore al giorno. Ho rischiato la salute’
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“Gentile redazione,
vi scrivo perché vi seguo da tempo e ho notato con piacere che date voce ai cittadini, in particolar modo a noi giovani, ma soprattutto avete a cuore chi lotta per un futuro migliore. Sono Mauro Gilardi, un ragazzo beneventano di 24 anni. Volevo raccontare la mia triste esperienza lavorativa nel tanto ‘osannato’ Settentrione, ricco di opportunità occupazionali. Ovviamente non voglio ‘fare di tutta l’erba un fascio’, anche perché ovunque – al Nord, al Sud e al Centro – esistono persone perbene e farabutti. Il mio obiettivo è raccontare un’esperienza negativissima dal punto di vista occupazionale, anche se solo stagionale, con la speranza che tanti giovani come me abbiano il coraggio di denunciare trattamenti disumani e dire no a questa forma di schiavitù moderna.
Vi racconto la mia disavventura estiva: quest’estate ho scelto di rinunciare alle vacanze e ho deciso di andare in Emilia Romagna per lavoro. Avendo colloquiato telefonicamente mi sono presentato, avendo già avvisato che sarei arrivato da Benevento, distante quasi 700 km dalla sede lavorativa, nel Riminese.
Dopo 14 ore di viaggio e mezz’ora di colloquio con il titolare e la sua famiglia, sono stato messo da subito a lavorare con la qualifica di cameriere per la cifra pattuita di 1500 euro al mese. Orario di lavoro da definire: non ho fatto storie poiché so bene il caos del periodo estivo, so come funziona e che bisogna stringere i denti.
Firmo così un modulo in attesa di assunzione. Mi dicono che starò in prova una settimana. Passano 10 giorni, chiedo del contratto, mi dicono di aspettare e lo avrò. Arriva il giorno seguente l’Ispettorato del Lavoro. Da “inesperto” dico ciò che mi viene detto di dire.
Viene presa un’altra ragazza, con l’impiego come cameriera, io vengo spostato anche alla reception, doppio lavoro insomma. Chiedo dello stipendio e del contratto. Mi viene detto che verrò premiato. Lavoro 12 ore al giorno, anche 13-14. Dalle 7 alle 14, dalle 17 alle 21. Tuttavia la pausa dalle 2 alle 5 spesso e volentieri salta poiché “servo al titolare”.
Negli accordi si parla di vitto e alloggio ma nel giro di due settimane noi dipendenti veniamo messi a mangiare fuori, sotto al sole, con circa 34°-36°. Possiamo avere solo il caffè a colazione, il primo a pranzo e il secondo a cena. Dico che non mi va bene, mi viene risposto: “Non vi vedo sciupati” e “Io devo risparmiare, voi consumate cibo”. Il titolare viene a controllare cosa mangiamo, quanto e dove. Si vanta di essere un poliziotto, scopriamo che è una guardia carceriera. Preciso che aveva manette e pistola con sé, posso accertarlo in quanto mostrate. Non avevamo una cassetta di soccorso, c’era quella di un’auto in albergo, sprovvista di tutto.
Succede anche un fatto molto grave: la cuoca si ustiona con dei filtri del caffè sistemati male da un dipendente, e chiede medicine al titolare. Vengono comprate ma la sera stessa spariscono. Il titolare si giustifica: “Le ho comprate e pagate io”. Oltre a comprare da mangiare, siamo costretti a comprarci lenzuola, detersivo, asciugamani e anche la carta igienica, sempre con la motivazione del risparmio. Decido di attendere la fine del mese, per essere pagato ed andare via. Iniziano le minacce. La cuoca viene sostituita e il titolare – con fare mafioso – si riferisce a me con le seguenti parole: “Se scopro che parli con lei ti faccio fuori”. Quasi a fine mese, accuso un malore, viene chiamata l’ambulanza e vengo lasciato andare da solo. Ho dovuto pagare il ticket, nel referto medico risulto malnutrito ed eccessivamente affaticato Al ritorno in hotel vengo nuovamente minacciato.
Il mattino seguente sono andato via, fiero, libero, ma senza stipendio. Ho subito denunciato, sto denunciando e continuerò a farlo. Sperando in un esito positivo della faccenda. Invito tutti, soprattutto voi giovani, italiani e non, a denunciare simili porcherie e trattamenti. Che la mia esperienza sia da motivazione per tutti voi. Riprendiamoci il futuro e diciamo BASTA e NO alla schiavitù moderna”.