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Solopaca, scuole chiuse per la storica processione della Madonna del Roseto
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La comunità di Solopaca si prepara alla tradizionale processione della Madonna del Roseto, un evento religioso che si ripete ormai dal 1844 con grande devozione.
Dall’antica Abbazia del Roseto, della quale oggi resta solo una piccola chiesa restaurata nel XVIII secolo e poi ricostruita dopo un terremoto nel XIX secolo, il prossimo 4 giugno l’immagine di Maria verrà portata nella chiesa Madre del SS. Corpo di Cristo in piazza Vittoria dove rimarrà per tutta l’estate.
Quest’anno l’amministrazione comunale ha deciso di far partecipare anche gli studenti del territorio: per questa ragione, infatti, le scuole di ogni ordine e grado rimarranno chiuse per permettere ai piccoli scolari di assistere ad una iniziativa sentitissima che ogni anno attira tantissimi cittadini e curiosi.
IL RITO – Dalle prime luci dell’alba una folla di persone si reca a piedi o in pullman al Santuario per assistere alle varie celebrazioni eucaristiche. Dopo l’ultima celebrazione, in passato uno spettacolo pirotecnico di circa 30 minuti – offerto ogni anno dai fedeli telesini – segnalava alla Valle l’inizio della processione. Dopo l’arrivo in paese altri fuochi segnalavano l’ulteriore tappa.
Si attraversava così il centro storico dove alla Madonna veniva cambiato il “Manto” e la corona che da argento diventava d’oro. Verso le ore 13 la processione terminava nella Chiesa Madre dove la Statua rimaneva per il periodo estivo quando (prima domenica di agosto) veniva celebrata la festa patronale. Il primo lunedì di settembre una più mesta processione riaccompagnava la Madonna nella sua dimora montana.
LA STORIA – Il santuario sorge sulla cima del Monte delle Rose, a circa 600 metri sul livello del mare; dal suo sagrato si spazia con la vista su tutto il panorama circostante. La chiesa venne edificata intorno al XII secolo anche se il primo documento scritto inerente il monastero risale al 1214. Notizie dell’abbazia si hanno successivamente nel 1374 quando il 30 gennaio morì Fra Nicola da Preta, il primo abate di cui si abbia notizia. Sino al 1536 si fa cenno alla comunità dei Benedettini che dopo pochi anni abbandonò il sito a causa delle scarse rendite.
Caduto in abbandono, il complesso andò col tempo in rovina per poi divenire nel XVIII secolo ricettacolo di vagabondi. Nello stesso secolo i ruderi vennero contesi dalla vicino Melizzano ma nel 1747 il vescovo Mons. Falangola ordinò il restauro della struttura con le rendite che si riscuotevano in Solopaca. Ma nel 1805 un terremoto, che provocò gravi danni in tutta la Diocesi Telesina, fece crollare l’appena costruito Santuario e la statua della Madonna, salvatasi, venne trasportata nella chiesa di San Mauro dove col tempo venne dimenticata e riposta in un mobile nel vano sottostante al campanile.
Solo nel 1844 a seguito di una grave siccità la statua venne portata in processione facendo voto che nel caso in cui fosse tornata la pioggia i cittadini di Solopaca avrebbero riedificato la chiesa. Al termine del rito sacro una improvvisa e forte pioggia investì il paese e dopo pochi mesi cominciarono i lavori di ricostruzione.