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Sanità, Caldoro sostiene Mastella: “Condivido le preoccupazioni del Sannio”

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“Non posso che condividere le preoccupazione del sindaco di Benevento, Clemente Mastella e degli altri sindaci, amministratori e cittadini beneventani e del Sannio. La scelta dell’attuale Giunta regionale di depotenziare, di fatto, i plessi ospedalieri a partire dall’ospedale “Rummo” a quello di Sant’Agata dei Goti, è ormai una strada tracciata. Fa bene Mastella con i sindaci a porre il problema. Tra l’altro hanno, nelle qualità di primi cittadini, le competenze per farlo”. Così sulla sua pagina Facebook l’ex presidente della Regiona Campania, Stefano Caldoro.

“Quando da Presidente ho predisposto la prima bozza di piano sanitario – prosegue -, pur in presenza dei limiti imposti dal governo nazionale, riuscii a difendere la sanità sannita ‘inventandomi’ un bacino territoriale di riferimento che comprendesse non solo la provincia di Benevento ma anche quella di Avellino. Unendo le due si è avuto così il numero sufficiente di abitanti  per difendere i due DEA di secondo livello, il Moscati di Avellino e il Rummo di Benevento. L’attuale Giunta pur confermando questa mia impostazione ha di fatto però depotenziato le due strutture riducendone le attività, i reparti e gli investimenti.

‘A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina’ – conclude Caldoro -. Solo la sanità salernitana ed in particolare l’azienda mista San Leonardo, saranno beneficiarie di maggiori investimenti – il piano prevede un mega finanziamento di 500milioni solo per il San Lorenzo – più medici e più reparti. Il Sannio, l’avellinese e tutte le aree interne saranno sacrificate per sostenere Salerno che merita investimenti ma non a scapito di altri”.

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1 Commento

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  1. Vittorio Imperlino

    15 Apr, 2018 a 19:44

    Diciamola tutta. De Luca non può non favorire Avellino e provincia per il semplice fatto che, alle ultime elezioni, il 2% dei voti di De Mita è stato determinante per la sua elezione. Purtroppo rappresentiamo solo il 5% della popolazione della regione e quindi, se in politica contano solo i numeri, saremo sempre noi a soccombere. Non dimentichiamo che abbiamo un solo rappresentante nel consiglio regionale su oltre 50 consiglieri. Una buona legge aelettorale avrebbe dovuto riservare un numero di posti minimo a ciascuna provincia. In special modo in quelle regioni, come la nostra, dove la presenza dei residenti è fortemente squilibrata.

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