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Comune di Benevento

De Pierro, stoccata all’amministrazione Mastella: alle elezioni la ‘grande illusione’

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“A circa dieci mesi dall’insediamento della Giunta Mastella, in qualità di capogruppo in Consiglio comunale del Partito Democratico, ritengo doveroso consegnare alla stampa e alla cittadinanza alcune riflessioni di carattere politico sui risultati prodotti dall’amministrazione in carica in ordine alle questioni più spinose, e sulle soluzioni adottate dalla maggioranza in relazione alle problematiche più serie che affliggono la nostra comunità. Non posso quindi esimermi dal citare quelli che sono stati i temi più caldi dell’ultima campagna elettorale, quella che ha visto trionfare Mastella, presentatosi quale eroico paladino delle fasce deboli e baldanzoso risolutore delle vicende più complesse”.

Inizia così la nota del consigliere comunale a Palazzo Mosti, Francesco De Pierro, che spiega: “Vicende sulle quali la precedente amministrazione non è stata capace di intervenire in maniera adeguata e di cui Mastella, con la rituale abilità nel comunicare al popolo, si è servito per farne veri e propri cavalli di battaglia. E così, come il pifferaio di Hamelin, ha raccontato (basta dare un sguardo al suo programma) di come avrebbe sistemato i conti e rimpinguato le casse del Comune (senza mai fare riferimento al dissesto, ma parlando di rimodulazione del Piano di riequilibrio), di come avrebbe restituito alla città il Malies e rianimato le attività produttive, di come avrebbe migliorato e reso ancora più sicuro e fruibile il servizio mensa, di come Benevento si sarebbe ritagliata il ruolo di città eco-sostenibile e si sarebbe dotata finalmente di un impianto di depurazione, di come avrebbe istituito il cosiddetto reddito minimo di vita e, dulcis in fundo, di come la comunità avrebbe partecipato da protagonista alle scelte strategiche.

Orbene, – prosegue il capogruppo dell’opposizione – è sufficiente guardarsi un po’ intorno per rendersi conto che questi buoni propositi non si sono tradotti né in atti e neppure in fatti concreti, ma sono rimasti un cumulo di belle parole spese al momento giusto facendo leva sulla fragilità e sulla rabbia dei beneventani.

Il Malies è ancora oggi una cattedrale nel deserto vandalizzata e ridotta ad un cumulo di macerie, la città eco-sostenibile si è concretizzata in una mezza giornata di stop alle auto (e il Corso è vietato ai ciclisti ma i veicoli autorizzati sono centinaia), il servizio mensa è stato definitivamente cancellato, per l’allocazione del depuratore è stata individuata una zona franosa, il reddito minimo di vita è rimasto una dissacrante utopia, e le decisioni strategiche non sono per nulla partecipate,  ma si assumono nel chiuso di una stanza dove a nessuno, neppure a consiglieri di maggioranza e agli assessori, è consentito accedere.

Le fasce deboli, che avrebbero dovuto, tra l’altro, beneficiare dello stipendio del Sindaco (che invece ha preferito destinarlo, contra legem, alle sue tre collaboratrici adesso sospese), sono state totalmente ignorate. E ancora, è stata utilizzata la legge anticorruzione per rimuovere dai posti strategici dipendenti scomodi o non allineati. Per non parlare delle magre figure rimediate ogni qualvolta il Comune ha partecipato ad un bando per intercettare un finanziamento, col progetto puntualmente finito fuori dalle graduatorie o agli ultimi posti.

Per tutto il resto, ci sono le due paroline magiche: privatizzazione (come nel caso dell’Amts, ora toccherà all’Asia) ed esternalizzazione (per i tributi), segnali di una gestione sbrigativa e superficiale, ovvero il modo più semplice per evitare di accollarsi responsabilità e rischiare di essere impopolare. Infine, il dissesto. Che, differenza di quanto sempre sostenuto dall’assessore Serluca, continua a produrre effetti devastanti. Forse non tutti sanno che nell’ultima manovra correttiva approvata insieme a Def e Pnr, i Comuni superiori a 10mila abitanti, entro il prossimo triennio, potranno fare assunzioni in ragione del 75% delle esigenze di turnover, invece del 25% concesso dalle regole in vigore fino ad oggi.

Purtroppo il Comune di Benevento, quale ente colpito da una dichiarazione di dissesto tanto pavida quanto precipitosa, difficilmente potrà beneficiare di questo provvedimento, a meno che non gli sia data la possibilità di andare in deroga per via della pianta organica sottodimensionata. E in un città dove il lavoro scarseggia e i giovani sono costretti a scappare, – conclude De Pierro – questa è l’ennesima riprova che lo scorso 19 giugno a Benevento è andato in scena il remake del capolavoro di Renoir “La Grande Illusione”.

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