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A San Lorenzello un focus sul contrasto al fenomeno della corruzione

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È difficile definire la corruzione, come è difficile per etica e legalità. Certamente, corruzione (corruptio, dal latino corrumpere: guastare, alterare) indica una rottura profonda ed importante. Un’altra definizione la fa risalire a cor-ruptum (cioè cuore infranto), perché questa rottura incide l’animo perché la corruzione non è un istinto primordiale, ma un calcolo razionale: quindi, è una crepa che deriva dalla mancanza di moralità ed è una rottura è nei confronti dell’integrità.

La corruzione ha il suo terreno di coltura nel clientelismo e nell’occupazione partitica delle pubbliche istituzioni. Non ci può essere miglioramento sul fronte della corruzione diffusa senza un passo indietro dei partiti e un rafforzamento dell’autonomia e della professionalità delle pubbliche amministrazioni.

Accanto alle misure di repressione servono efficaci sistemi di prevenzione volti a scoraggiare i comportamenti illeciti sia nell’esercizio dell’attività di impresa sia all’interno delle pubbliche amministrazioni.

Un primo passo in questa direzione è stato mosso con il decreto legislativo n. 231/2001, introdotto nel nostro ordinamento, sull’esempio di modelli internazionali, per interrompere i fenomeni collusivi tra imprese e pubblica amministrazione. Un decennio più tardi, la legge n. 190/2012 segna un nuovo punto di svolta per le politiche anticorruzione nella pubblica amministrazione. L’idea centrale è quella di adeguare alla nuova realtà del fenomeno corruttivo l’organizzazione delle pubbliche amministrazioni, le regole sulla trasparenza e le incompatibilità. Armonizzare gli ordinamenti giuridici europei creando regole che assicurino uno sviluppo verso l’uguaglianza e la giustizia sociale.

Un tassello essenziale di una strategia integrata contro la corruzione è rappresentato dalla promozione in ogni ambito della cultura della legalità. Famiglia, scuola e Chiesa restano i tre componenti per arginare il dilagare della corruzione, una piaga di tutte le moderne civiltà.

Il primo e concreto ostacolo a un accordo corruttivo nasce dalla consapevolezza della sua gravità da parte di chi lo compie e dal rifiuto a compierlo. La reazione all’assuefazione al malaffare e agli arricchimenti illeciti matura nella società civile quando si sviluppa e si diffonde una coscienza civica dell’illegalità e si rafforza il valore della reputazione. Si tratta di un processo che dovrà essere condotto con convinzione, a partire dalla formazione scolastica di tutti i gradi. Occorre ripartire dunque, dall’educazione.

Il focus sulle azioni e gli strumenti di contrasto al fenomeno della corruzione, si è svolto venerdì sera a Palazzo Massone di San Lorenzello, coordinato dal presidente dell’Ente ‘Nicola Vigliotti’ Alfonso Guarino, patrocinato da Comune di S. Lorenzello e dall’Ente Morale Fondazione Massone-Cerza.

Dopo i saluti del sindaco di San Lorenzello, Antimo Lavorgna, del presidente della Fondazione Massone – Cerza, Luciano Lombardi e del presidente dell’ordine degli avvocati del foro sannita, Alberto Mazzeo, sono intervenuti il questore di Avellino nonché Consigliere dell’Ente ‘Vigliotti’, Luigi Botte, il Questore di Benevento, Giuseppe Bellassai, il Prefetto di Benevento, Paola Galeone, il Procuratore reggente presso il Tribunale di Benevento, del Prefetto di Benevento, Giovanni Conso, il Vescovo della Diocesi sannita, mons. Domenico Battaglia.

“La legalità è la sorella minore dell’onestà – ha concluso Don Mimmo – è necessario saldare le parole alla vita e la vita alle parole. Troppe sono quelle abusate e strumentalizzate: pace, giustizia, diritti, rispetto delle regole. Viviamo in precariato di diritti, abbiamo bisogno di leggi capaci di restituire vita e dignità alle persone. Legalità come bene comune, perché le mani pulite, se restano in tasca, non servono a niente”.

Tra i presenti numerosi esponenti delle forze dell’ordine del territorio sannita, alcuni componenti del foro di benevento, il neo presidente di Confindustria sannita, nonché Socio onorario dell’Ente culturale ‘Vigliotti’, l’imprenditore Filippo Liverini. L’incontro si inserisce nell’ambito delle iniziative dirette a sostenere la cultura della legalità, promosse dall’Ente Culturale laurentino.

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