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Smart cities: PA, università e industria chiamate a fare sistema

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Per favorire lo sviluppo di città intelligenti e migliorare la qualità della vita dei cittadini, le Pubbliche Amministrazioni, le aziende e il mondo della ricerca sono chiamati a collaborare attivamente facendo sistema.

É il messaggio che emerge dalla seconda edizione del convegno I-CiTies 2016 – organizzato dal Laboratorio Nazionale Smart Cities del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’informatica) – svoltosi il 29 e 30 settembre presso l’Università del Sannio a Benevento. Al convegno hanno partecipato rappresentanti dell’Accademia, delle aziende e delle Pubbliche Amministrazioni che si sono confrontati sui principali progetti in corso e su come accelerare il processo per favorire lo sviluppo di città intelligenti.

Una città intelligente è basata su tre componenti fondamentali. Una rete di comunicazione capillare per collegare sensori, attuatori e altri dispositivi intelligenti dispiegati sul territorio (secondo il paradigma dell’Internet of Things); una piattaforma (in Cloud) capace di ospitare ed elaborare la grande mole di dati prodotta dai sensori e dai dispositivi personali e di rendere tali dati (o una loro sintesi) disponibili sotto forma di open data; una moltitudine di servizi per supportare gli amministratori nelle loro decisioni, le utilities nella gestione on-demand delle risorse e per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Presenti al convegno anche Dirigenti dell’Agenzia per l’Italia Digitale, di Ministeri, Agenzie governative e dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) che hanno illustrato l’agenda digitale italiana nel settore delle smart cities e i progressi fatti fino a questo punto. Dalla discussione è emersa la necessità di giungere alla definizione di un piattaforma nazionale italiana allo scopo di favorire la replicabilità dei progetti e il riuso delle soluzioni.

«Attualmente – spiega il Prof. Giuseppe Anastasi, Professore di Ingegneria Informatica nell’Università di Pisa e Direttore del Laboratorio Nazionale Smart Cities del CINI – la maggior parte dei progetti nelle città italiane è sviluppata secondo un approccio “verticale”, per cui si hanno tanti sottosistemi indipendenti, anche tecnologicamente avanzati, che non comunicano fra loro. Occorre invece – continua Anastasi – passare ad un approccio “orizzontale” in cui i dati prodotti dai vari sottosistemi cittadini (traffico, illuminazione, gestione dei rifiuti, monitoraggio della qualità dell’aria, …) vengono raccolti da una piattaforma unica (o da un insieme di piattaforme interoperabili) e resi disponibili, in forma di open data, per sviluppare servizi smart per i cittadini e gli amministratori.

Da qui la necessità di lavorare per la definizione di una “piattaforma” nazionale che possa essere adottata come riferimento dalle varie città italiane. Questo – conclude il Professore Anastasi – permetterebbe di focalizzare gli sforzi di ricercatori accademici e industriali e le azioni strategiche di agenzie ed enti governativi verso soluzioni condivise, riducendo al contempo i costi e limitando il “vendor lock-in”».

«La partecipazione al Convegno è stata entusiasta e molto superiore alle nostre aspettative – sottolinea Eugenio Zimeo, Professore di Ingegneria Informatica nell’Università del Sannio e organizzatore del convegno – è molto sentita la necessità di creare una comunità nazionale di riferimento su queste tematiche e un forum di discussione fra rappresentati dell’Accademia, dell’industria e della Pubblica Amministrazione.

Quest’anno la conferenza, organizzata in collaborazione con ANCI ed ENEA, ha visto la partecipazione dei rappresentanti dei maggiori player industriali di questo settore (HPE, Ericsson, TIM, Engineering), afferenti anche al Board Industriale creato a supporto della conferenza. Nei prossimi giorni – conclude Zimeo – saranno messi a disposizione dell’Agenzia per l’Italia Digitale i risultati del convegno nonché un report dei principali progetti attivi presso le sedi del Laboratorio Nazionale».

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