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Degrado dei monumenti, l’Archeoclub di Benevento scrive al ministro Franceschini
La denuncia dell'associazione parte dallo stato di abbandono in cui si trova l'Anfiteatro romano ed è volta a richiamare l'attenzione del Governo
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L’associazione Archeoclub di Benevento, presieduta da Michele Benvenuto, ha denunciato lo stato di degrado e di abbandono in cui si trovano i beni architettonici e monumentali della città, prendendo spunto dalle erbacce e dagli animali che invadono l’anfiteatro romano.
L’associazione non si è limitata a rendere partecipe la cittadinanza della situazione descritta e fotografata, ma ha scritto una lettera a firma del presidente Benvenuto direttamente al ministro dei Beni Culturali Franceschini.
Di seguito la missiva integrale:
“Caro Ministro,
Le riconosco il merito di aver posto sul tappeto della politica e dell’amministrazione pubblica il tema della conservazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali.
So che dopo anni di proterva inerzia in questo settore sfociata nella fatidica e fatale frase “con la Cultura non si mangia…”, Lei ha avuto il coraggio di iniziare una nuova stagione al suo Ministero e presso Musei e Sovrintendenze per licenziare vecchie abitudini di malcostume amministrativi, di connivenze corruttive che definire criminali è eufemistico.
Detto questo, non per piaggeria o per captatio benevolentiae, vengo alla ragione di questa lettera:
A Benevento i beni culturali sono stati lasciati in abbandono, quando addirittura non si sono gabellate per pratiche di alto valore culturale opere, generalmente incompiute, che gridano vendetta al cospetto di Dio e degli uomini, per l’insipienza (è dir poco), delle azioni condotte.
Mi riferisco, in particolare all’allegata fotografia sull’anfiteatro di epoca romana portato parzialmente alla luce, in stato di abbandono e di incuria, con una protezione provvisoria.
Agli inizi del I° secolo d.C. si attribuisce la realizzazione, in opus reticulatum dell’Anfiteatro, che si trova poco oltre il Ponte Leproso, quindi, in prossimità della Via Appia.
Molto probabilmente, come qualcuno scrive, esso nacque come scuola di gladiatori, giacché i Sanniti da sempre praticavano questa attività iniziando ad essa i giovani fin dalla tenera età.
Per questo venivano addestrati campioni selezionati nella forza, nella abilità, nella bellezza tanto da essere amati ed idolatrati dalle donne; dopo la costruzione dell’Anfiteatro vi si addestravano giovani provenienti da ogni parte dell’impero per apprendere le tecniche e le capacità gladiatorie dei Sanniti, uniche nel loro genere in tutto il mondo romano.
Attualmente gli scavi hanno portato alla luce le strutture fondazionali, le cui proporzioni lasciano supporre che l’opera avesse dimensioni tali da eguagliare quelle dell’Anfiteatro di Pozzuoli. Le attività gladiatorie che vi si svolgevano, e che all’inizio non erano cruente, sono documentate da alcuni bassorilievi coevi con le stesse e che si trovano incastonati sul lato sud-occidentale della Rocca dei Rettori, sulla facciata del Campanile di S. Sofia, e sul Campanile del Duomo mentre altri sono conservati nel Museo del Sannio.
Negli Annales di Tacito si descrive la visita in Beneventum nel 64 d.C. dell’Imperatore Nerone il quale avrebbe assistito ai “ludi gladiatori” compiacendosene.
Voglia sig. Ministro, utilizzare i Suoi Uffici affinché la città di Benevento non abbia di questi sconci e possa degnamente vantarsi di quel “S.P.Q.B.” assegnatale dai Romani e di quel titolo di Capitale della Longobardia Meridionale successivamente acquisito.
La ringrazio per l’attenzione che vorrà rivolgere alla presente.
Il presidente Michele Benvenuto”