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ECONOMIA

Progetto Do.di.S., il croccantino di San Marco risponde bene all’utilizzo degli estratti di stevia

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    Gli estratti di Stevia hanno superato il test organolettico sui croccantini di San Marco dei Cavoti: è quanto emerso dal secondo incontro divulgativo sul progetto “Dolci di Stevia del Sannio”, svoltosi ieri pomeriggio a Palazzo Colarusso di San Marco dei Cavoti, alla presenza tra gli altri del primo cittadino Giovanni Rossi, incentrato proprio sull’impiego sperimentale dei glucosidi steviolici, gli estratti delle foglie di Stevia coltivata in alcuni areali della provincia di Benevento nell’ambito del progetto Do.di.S. finanziato dalla misura 124 del PSR Campania 2007/2013 che ha visto come soggetto capofila la Coldiretti di Benevento e finalizzato a creare attraverso una filiera agroalimentare locale una possibile ed efficace alternativa alla crisi del settore tabacchicolo.

    L’iniziativa ha coinvolto sette aziende operanti nel settore della coltivazione e della trasformazione e l’Università Federico II di Napoli.

    “Con un potere dolcificante 300 volte superiore a quello del saccarosio tradizionale e dai numerosi effetti salutistici sui soggetti diabetici, i glucosidi steviolici estratti dalle piante coltivate nel Sannio hanno raggiunto il massimo dei risultati ottenibili e compatibili con le leggi europee che impongono un utilizzo massimo del 95% di stevioside”. A dichiararlo Laura Le Grottaglie, una delle ricercatrici del Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università Federico II di Napoli coinvolto nel progetto per l’analisi e la sperimentazione dei metodi di estrazione più efficaci per la produzione degli steviosidi.

    Grande sorpresa per i risultati ottenuti in termini di percezione del gusto e di stabilità produttiva lo stesso Antonio Autore, che sperimentato l’utilizzo degli estratti di stevia nella produzione del croccantino di San Marco dei Cavoti. “Ero abbastanza scettico sui risultati– ha detto durante il suo intervento – ma l’esito ottenuto è stato eccezionale: abbiamo ricavato un croccantino dal sapore più delicato”.

    Secondo il responsabile scientifico, Daniele Naviglio, che durante il suo intervento ha elencato le diverse tecniche estrattive sia tradizionali che moderne, i metodi di estrazione più efficaci per la Stevia sono la macerazione a caldo che consente di conservare le proprietà della foglia di stevia al 70% , e, tra le più moderne, l’estrazione forzata mediante percolazione con un dispositivo brevettato nel 2001 ideato dallo stesso Naviglio negli anni’90.

    Nel ribadire che l’obiettivo finale del progetto sta nella possibilità di riconvertire il settore tabacchicolo, il direttore di Coldiretti Benevento, Giuseppe Brillante, ha evidenziato “quanto la produzione della stevia e una filiera argoalimentare ad essa connessa rispondano al moderno orientamento salutistico della produzione agricola insito nel Made in Italy e trasferibile nel Made in Sannio”.

    “E’ un percorso che ha bisogno di tempo ma siamo pronti a sostenerlo” – ha dichiarato invitando i produttori, che hanno mostrato forte interesse e curiosità verso la stevia, ad “avere il coraggio di innovare e di sperimentare” e auspicando “una maggiore rapidità da parte della Regione nell’approvare il nuovo PSR 2014 /2020, che dovrebbe mettere a disposizione ben 80 milioni di euro.”

    All’incontro era presente anche l’agronomo e consulente di Coldiretti Benevento, Antono Pizzi, che ha illustrato le tecniche colturali della stevia sperimetate sui terreni sanniti.

    “Una coltura, finora fatta per talea, che a livello sperimentale nel Sannio ha ottenuto dei grossi risultati secondo l’agronomo Pizzi, evidenziando anche l’efficacia della piantagione a seme nel territorio beneventano”.

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