CULTURA
Al Cives si è discusso di educazione alla vita democratica

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Si è svolto giovedì scorso, 10 febbraio, l’ottavo incontro della IV edizione di CIVES – Laboratorio di Formazione al Bene Comune.
E’ stato Luciano Caimi, presidente dell’associazione “Città dell’uomo” e docente di Storia della pedagogia e dell’educazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a relazionare sul tema “L’educazione alla vita democratica: un compito urgente e aperto”.
Nell’introdurre la discussione, Ettore Rossi direttore dell’Ufficio per i Problemi Sociali e il Lavoro della Diocesi di Benevento ha affermato: “La problematica oggetto di questo appuntmento di Cives tocca il cuore dell’esperienza formativa che stiamo portando avanti da quattro anni con il laboratorio Solo cittadini consapevoli dei propri diritti e doveri, in grado di compiere un’autonoma interpretazione dei fatti e delle problematiche che caratterizzano la vita associata, possono accrescere il grado e la qualità della democrazia delle nostre comunità”.
“La democrazia è un bene prezioso e fragile – ha spiegato Luciano Caimi – che necessita di cittadini coscienti, responsabili, partecipi. Dietro la spinta di complessi fenomeni politico-istituzionali, socio-economici e culturali siamo entrati in una fase di crisi degli assetti costituzionali dei sistemi democratici occidentali”.
Caimi si è poi soffermato sulla situazione italiana affermando che “esiste una questione democratica che investe il piano costituzionale, istituzionale, politico, sociale e culturale”.
Riferendosi alla Costituzione italiana il Presidente di Città dell’Uomo ha evidenziato che nel corso del tempo in materia di famiglia, lavoro, istruzione lo svolgimento legislativo dei princìpi costituzionali è stato inadeguato.
Delineato il quadro generale, Caimi ha quindi affrontato la questione dell’educazione alla vita democratica richiamando gli Orientamenti pastorali della CEI 2010-2020, Educare alla vita buona del Vangelo.
“La famiglia – ha sottolineato – è il primo ambiente per la formazione della responsabilità personale, l’acquisizione del senso delle regole sociali di base, la sperimentazione di prime forme partecipative; poi scuola, partiti, sindacati, associazioni e movimenti possono promuovere itinerari formativi di carattere partecipativo-democratico”.