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CULTURA

Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre torna l’ora solare: lancette indietro di un’ora

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Minore attività fisica per i bambini e aumento di sbalzi d’umore per gli adulti. Tra sabato e domenica torna l’ora solare, regalando un’ora di sonno in più per una notte, ma non certo benessere.

In particolare, a subire le conseguenze dello spostamento indietro delle lancette sono i più piccoli che, nel giro di 24 ore, vedranno ridurre del 5% la dose quotidiana di attività fisica, come conseguenza della diminuzione delle ore di luce pomeridiane disponibili per giocare.

I ricercatori della London School di Igiene e Medicina tropicale e dell’Università di Bristol, riporta la BBC, hanno preso in esame 23.000 bambini dai 5 ai 16 anni in nove paesi, tra cui Inghilterra e Australia, verificando, grazie a dispositivi elettronici fatti indossare, che i livelli di attività erano superiori dal 15% al 20% nelle giornate estive rispetto a quelle invernali e che avere più ore di luce dopo l’uscita da scuola aiuta a mantenerli in movimento, cosa utile soprattutto in casi di sovrappeso.

E’ nato per questo in Gran Bretagna un movimento che chiede di lasciare l’ora legale per l’intero anno, a tutto beneficio della salute pubblica. La proposta è stata anche discussa in parlamento, ma mai attuata. Con lo spostamento delle lancette un’ora indietro anche la depressione è in agguato, con conseguenze negative sull’umore e un aumento di insonnia, spossatezza e difficoltà di concentrazione.

“Evidenze scientifiche suggeriscono che un’alterazione dei ritmi biologici aumenti i meccanismi che generano la sindrome depressiva”, spiega lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano. Chi tende a soffrirne, consiglia “dovrebbe andare a letto più tardi nei giorni immediatamente prima del cambio dell’ora e alzarsi un po’ dopo nello stesso weekend, allenandosi così gradualmente al cambiamento.

Aiuta anche – aggiunge – fare attività fisica per attenuare gli effetti ormonali di questi cambiamenti e consumare pasti leggeri per non cedere alla naturale propensione alle abbuffate, indotta da un meccanismo di compenso neurobiologico”.

Infine, per i casi più difficili, esiste anche una terapia che prevede “l’esposizione alla luce di lampade per generare un effetto di un’alba artificiale”.

Massimiliano De Cesaris

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