Provincia di Benevento
Riforma delle Province, il commissario Cimitile: “A settembre le elezioni per il consiglio provinciale”
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Sarà un’estate calda per la provincia di Benevento in vista dell’attuazione della riforma Delrio in vigore dallo scorso 8 aprile, quando la Provincia ha ufficialmente cessato di esistere come ente di primo livello, eletto direttamente dai cittadini.
La transizione, però, dal vecchio al nuovo regime non è automatica: fino alla fine del 2014, rimarranno al loro posto gli attuali presidenti, nelle vesti di commissari straordinari per poter gestire il passaggio. Solo dal 2015, quindi, si avrà a tutti gli effetti la nuova conformazione delle amministrazioni provinciali e cioè la trasformazione delle 107 province in 97 enti di area vasta e 10 in città metropolitane composti dagli amministratori, ovvero dai sindaci e dai consiglieri comunali dei municipi compresi nei confini territoriali, che invece restano immutati, delle stesse province.
Il presidente sarà scelto tra i primi cittadini e governerà per quattro anni. Scomparirà, inoltre, la percezione delle indennità per gli assessori e dei gettoni di presenza per i consiglieri, che resteranno in carica per due anni. Il nuovo ente istituzionale conserverà alcune competenze di fondamentale importanza, come l’ambiente o l’edilizia scolastica, la gestione e la pianificazione delle infrastrutture e dei trasporti.
La prima scadenza prevista dalla riforma, però, è la fine di settembre, quando dovranno essere rinnovati almeno i consigli; la seconda, invece, è la fine del 2014 quando le attuali province guidate da un commissario, come la Provincia di Benevento, dovranno conformarsi alle nuove disposizioni.
E’, però, nelle intenzioni del commissario straordinario, Aniello Cimitile, procedere alle elezioni del presidente e del consiglio provinciale così come previsto dall’art.15 del testo di riforma, già per il mese di Settembre.
Sul tavolo ancora tante ambiguità nell’interpretazione della riforma e il timore dell’attuale commissario è relativo al futuro dei dipendenti, delle istituzioni culturali come il Museo del Sannio e la Biblioteca provinciale ma soprattutto ai tanti problemi ancora irrisolti, dal dissesto idrogeologico alla manutenzione delle strade, al dramma del lavoro.