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Paduli, il consigliere Ranaldo contro il sindaco Feleppa: “Ha le idee confuse, metta fine a quest’agonia”

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Nicola Ranaldo, consigliere comunale di minoranza a Paduli, ha diffuso un manifesto, il cui contenuto riportiamo di seguito. “Da qualche giorno si è appreso ufficialmente che all’interno del gruppo di maggioranza del Consiglio comunale di Paduli, si è costituito un nuovo gruppo nato, sembrerebbe, dall’esigenza dei tre consiglieri Tufo, Salierno e Minicozzi, che a loro dire, sarebbero stati esclusi da parte del Sindaco nella gestione amministrativa del Paese. Per tutta risposta il Sindaco ha ritenuto opportuno rendere pubblico un manifesto in cui, egli stesso, si definisce il “Sindaco che non sa.”

Nello stesso manifesto il primo cittadino appare alquanto contradditorio nelle affermazioni: dichiara, dapprima, “che non ci sono mai stati dissidi” con i tre consiglieri, successivamente, afferma che “se dissidi ci sono stati sono stati creati ad arte per interessi diversi da quelli istituzionali”. Lo stesso asserisce, altresì, che si è visto costretto a rallentare la macchina amministrativa poiché non può “cedere alle continue richieste dei singoli senza pensare all’interesse della gente e per motivi futili, banali e inspiegabili e che non hanno niente a che vedere con la macchina amministrativa”.

Alla luce di quanto appena riportato, mi limito a fare poche considerazioni rispetto alle tante che la circostanza permetterebbe. Invito tutti a riflettere che dal 2011 ad aggi non esiste testimonianza, né azione, di una gestione politica ed amministrativa volta allo sviluppo del paese. In questi anni, non si è mai agito in favore dell’agricoltura, settore trainante dell’economia locale, né tantomeno pensato alla crisi delle attività commerciali, anzi, ci si è mossi esattamente nella direzione contraria, affossando ancor di più l’economia del centro urbano a causa del trasferimento delle scuole primarie a via R.Ranaldo. Un tale spostamento ha causato alle attività commerciali un calo di affluenza di clienti.

E che dire del mercato domenicale, ormai fornito di pochissimi venditori ambulanti che attirano sempre un minor numero di persone, con il conseguente venir meno dell’intento originario, che nasceva anche quale attrazione a far transitare gente creando movimento anche per i negozianti locali.

Sul piano culturale la situazione non è certamente migliore: basti pensare che quasi tutte le manifestazioni di promozione e valorizzazione organizzate dalle diverse associazioni culturali presenti in paese, vanno sempre più scemando, mentre le poche rimaste, promosse da quelle associazioni che hanno ancora voglia di impegnarsi perché hanno realmente a cuore il territorio e la comunità, sono osteggiate e intralciate in qualsiasi modo.

Sul fronte dello sviluppo locale, è bene conoscere che questa Amministrazione non ha visto approvato un solo progetto dei pochissimi presentati. Quelli elencati dal Sindaco nel manifesto sono tutti stati proposti dalle precedenti amministrazioni e, ad onor del vero, su quelli riguardanti il PIP ci sarebbe da obiettare. Non riesco a capire a cosa possa servire spendere milioni di euro per una zona industriale che, ad oggi, vede solo qualche azienda attiva con qualche dipendente. Inoltre, non è da trascurare che un eventuale ampliamento di tale zona continuerebbe a deturpare una delle aree migliori di Paduli che potrebbe essere destinata ad agricoltura di qualità.

Sul piano infrastrutturale, poi, è da citare, il progetto che riguarda la costruzione del parcheggio a via Nicola Marcarelli, vicino al cimitero, utile due volte l’anno, forse, e preferito ad altre opere infrastrutturali che potevano essere più vantaggiose perchè finalizzate ad un reale sviluppo del territorio padulese e della comunità, quali ad esempio, la costruzione di depuratori, la messa in sicurezza di infrastrutture e fabbricati rispetto al rischio idrogeologico e sismico, ecc..

Da qualche giorno si è appreso ufficialmente che all’interno del gruppo di maggioranza del Consiglio comunale di Paduli, si è costituito un nuovo gruppo nato, sembrerebbe, dall’esigenza dei tre consiglieri Tufo, Salierno e Minicozzi, che a loro dire, sarebbero stati esclusi da parte del Sindaco nella gestione amministrativa del Paese. Per tutta risposta il Sindaco ha ritenuto opportuno rendere pubblico un manifesto in cui, egli stesso, si definisce il “Sindaco che non sa.”

Nello stesso manifesto il primo cittadino appare alquanto contradditorio nelle affermazioni: dichiara, dapprima, “che non ci sono mai stati dissidi” con i tre consiglieri, successivamente, afferma che “se dissidi ci sono stati sono stati creati ad arte per interessi diversi da quelli istituzionali”.

A mio avviso, il Sindaco effettivamente “non sa”, nel senso che non sa di essere il Sindaco di un paese che sta andando allo sfascio, dove non esiste più un’amministrazione che si occupa del bene pubblico e che tutela, soprattutto, gli interessi e le esigenze della gente. Se il Sindaco, effettivamente come dice, ha a cuore l’interesse e il bene del paese, considerato il delicato momento di gestione amministrativa, dovrebbe farsi un attento esame di coscienza e giungere all’ovvia conclusione di un ennesimo fallimento; stante tale situazione, sarebbe opportuno non prolungare l’agonia e ridare dignità ad una intera comunità che non merita questo scempio.”

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