CULTURA
Segni mitologici: la pittura di Giuseppe Capasso

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Nuovo appuntamento con l’arte all’Orsini Art Cafè. La caffetteria dell’arte e della cultura beneventana inaugura una nuova mostra dal titolo “Segni Mitologici”, il cui autore è Giuseppe Capasso, figlio d’arte. Nato a Napoli ma sannita di adozione, ha realizzato diverse opere importanti come la Porta di bronzo per il Castello medievale di Avella e la statua in bronzo di Padre Pio a Scisciano.
“La pittura di Giuseppe Capasso – si legge in una critica di Scotto – è una pittura che nel tempo non ha ceduto alle mode, ma ha vissuto coerentemente un processo di evoluzione artistica e umana. Egli ha nel figurativo il suo credo pittorico. Diplomato all’ Accademia delle Belle Arti di Napoli, Giuseppe dà vita ad un’arte pittorica intrisa di una spiritualità che nello stesso tempo studia e contempla l’umanità. Il suo figurativo non si rifugia nel naturalismo, ma usa le forme e le figure per esprimere e restituire all’uomo la profondità della propria essenza. La sua pittura, e per riflesso la sua opera di scultore, finisce per diventare, metafisica. Gli elementi mitologici, gli elementi naturali, le due linee sullo sfondo che delineano il mare e la spiaggia compongono l’architettura metafisica delle tele del M° Capasso.
I segni mitologici rappresentano l’uomo in rapporto con i propri eterni, problemi interiori, le proprie problematiche, i propri conflitti. La natura è ciò con cui l’uomo è chiamato a confrontarsi al di fuori di sé. Le due linee sullo sfondo stanno ad indicare il sogno, il desiderio di evadere dalla realtà. Il desiderio di essere finalmente liberi. Liberi anche se si vuole, dai miti e dalla natura stessa, quasi il desiderio di ritornare ad una forma primordiale dell’uomo.
Nonostante la pittura del M° Capasso non descriva un mondo in pace con sé stesso, la struttura cromatica delle sue tele è ricca di colori vivi. L’occhio viene attratto da questa bellezza cromatica e solo quando la mente riesce a riflettere su ciò che l’occhio ha visto ci si rende conto delle varie sovrastrutture presenti nelle sue composizioni.
Come in ogni artista l’inconscio viene filtrato in maniera inconsapevole nell’ opera. La consapevolezza di ciò che si è realizzato viene all’uomo quando osserva, finita la propria opera. Solo allora l’artista ne può parlare. Solo allora, nella propria compiutezza, la tela si presenta”.
La mostra sarà inaugurata Sabato 5 febbraio alle ore 19.00 presso l’Orsini Art Cafè, uno spazio dell’intelletto oltre che del gusto.